Abbassamento crioscopico

Apparecchiatura per misurare l'abbassamento crioscopico.

L'abbassamento crioscopico è la differenza osservata tra le temperature di congelamento di un solvente puro e di una sua soluzione. È una proprietà colligativa, come l'innalzamento ebullioscopico e la pressione osmotica.

Nel caso di soluzioni di non-elettroliti, è proporzionale alla molalità (b) della soluzione, per una costante Kc tipica del solvente (detta costante crioscopica).[1]

Δ T c = K c b {\displaystyle \Delta T_{c}=K_{c}\cdot b\;}

dove:

Δ T c = T c , s o l v e n t e T c , s o l u z i o n e {\displaystyle \Delta T_{c}=T_{c,solvente}-T_{c,soluzione}\;}

Nel caso di soluzioni elettrolitiche bisogna considerare anche il coefficiente di van 't Hoff i, per cui si ha:

Δ T c = K c b i {\displaystyle \Delta T_{c}=K_{c}\cdot b\cdot i\;}

È con questo principio che molti composti chimici vengono usati in funzione di antigelo (un esempio è il glicol etilenico). Un altro utilizzo di questa proprietà si ha quando si butta il sale nella neve: il generarsi di cloruro di sodio acquoso (che ha un punto di fusione inferiore a quello dell'acqua pura) impedisce la formazione del ghiaccio anche a temperature inferiori a 0 °C.

Dalla misura sperimentale del suo valore è possibile risalire al numero di particelle presenti in soluzione, e quindi al peso molecolare del soluto o al suo grado di dissociazione.

Termodinamica

In seguito all'aggiunta di un soluto, a pressione costante di 1 atm, si raggiungerà una nuova condizione di equilibrio quando ad una data temperatura T il potenziale chimico del solvente puro A allo stato solido sarà uguale al potenziale chimico del solvente presente in soluzione allo stato liquido. In termini matematici ciò è espresso dall'equazione seguente:

μ A ( s ) = μ A ( l ) + R T ln x A {\displaystyle \mu _{A}^{*}(s)=\mu _{A}^{*}(l)+RT\ln x_{A}}

Riarrangiando questa equazione nella forma

ln x A = μ A ( s ) μ A ( l ) R T = Δ G f u s R T {\displaystyle \ln x_{A}={\frac {\mu _{A}^{*}(s)-\mu _{A}^{*}(l)}{RT}}={\frac {\Delta G_{fus}}{RT}}}

e differenziando entrambi i membri dell'equazione rispetto alla temperatura, si ottiene

d ln x A d T = 1 R d ( Δ G f u s / T ) d T {\displaystyle {\frac {d\ln x_{A}}{dT}}={\frac {1}{R}}{\frac {d(\Delta G_{fus}/T)}{dT}}}

che applicando l'equazione di Gibbs-Helmholtz

( G T T ) P = H T 2 {\displaystyle \left({\frac {\partial {\frac {G}{T}}}{\partial {T}}}\right)_{P}=-{\frac {H}{T^{2}}}}

diventa infine

d ln x A d T = Δ H f u s R T 2 {\displaystyle {\frac {d\ln x_{A}}{dT}}=-{\frac {\Delta H_{fus}}{RT^{2}}}}

Moltiplicando adesso ambo i membri per d T {\displaystyle dT} , e integrando rispettivamente il primo membro dal valore della frazione molare x A = 1 {\displaystyle x_{A}=1} corrispondente al solvente puro (per cui, quindi, ln x A = ln 1 = 0 {\displaystyle \ln x_{A}=\ln 1=0} ) al generico valore finale x A {\displaystyle x_{A}} mentre il secondo membro viene integrato tra la temperatura T {\displaystyle T^{*}} (temperatura di fusione del solvente puro) e la temperatura T {\displaystyle T} (che corrisponderà alla temperatura di fusione della soluzione), considerando l'entalpia di fusione Δ H f u s {\displaystyle \Delta H_{fus}} costante nell'intervallo di temperatura considerato alla fine si ricava

ln x A = Δ H f u s R ( 1 T 1 T ) {\displaystyle \ln x_{A}={\frac {\Delta H_{fus}}{R}}\left({\frac {1}{T}}-{\frac {1}{T^{*}}}\right)}

Per comodità possiamo riferirci alla frazione molare x B {\displaystyle x_{B}} del soluto B, per cui, sapendo che x A + x B = 1 {\displaystyle x_{A}+x_{B}=1} , l'espressione precedente diventa

ln ( 1 x B ) = Δ H f u s R ( 1 T 1 T ) {\displaystyle \ln(1-x_{B})={\frac {\Delta H_{fus}}{R}}\left({\frac {1}{T}}-{\frac {1}{T^{*}}}\right)}

Supponendo inoltre che la concentrazione x B {\displaystyle x_{B}} del soluto sia molto piccola, si verifica la condizione

ln ( 1 x B ) = x B {\displaystyle \ln(1-x_{B})=-x_{B}}

pertanto

x B = Δ H f u s R ( 1 T 1 T ) {\displaystyle x_{B}={\frac {\Delta H_{fus}}{R}}\left({\frac {1}{T^{*}}}-{\frac {1}{T}}\right)}

Dato che T   T {\displaystyle T\approx \ T^{*}} , quindi

1 T 1 T = T T T T   Δ T T 2 {\displaystyle {\frac {1}{T^{*}}}-{\frac {1}{T}}={\frac {T-T^{*}}{TT^{*}}}\approx \ {\frac {\Delta T}{T^{*2}}}}

con il che si ha

x B = Δ H f u s Δ T R T 2 {\displaystyle x_{B}={\frac {\Delta H_{fus}\Delta T}{RT^{*2}}}}

Inglobando tutti i termini costanti in un'unica costante K = R T 2 Δ H f u s {\displaystyle K={\frac {RT^{*2}}{\Delta H_{fus}}}} , ecco ricavata l'espressione semplificata utilizzata per quantificare l'entità dell'abbassamento crioscopico:

Δ T c = K x B {\displaystyle \Delta T_{c}=K\cdot x_{B}}

Si noti che essendo la frazione molare x B {\displaystyle x_{B}} proporzionale alla molalità b, risulta altresì possibile esprimere l'equazione precedente nella forma più pratica

Δ T c = K c b {\displaystyle \Delta T_{c}=K_{c}\cdot b}

Note

  1. ^ Silvestroni, p. 266.

Bibliografia

  • Paolo Silvestroni, Fondamenti di chimica, 10ª ed., CEA, 1996, ISBN 88-408-0998-8.

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