Bagaudi

Bagaudi o bacaudae erano bande di vagabondi celtici, diventati poi contadini e pastori e infine, nel clima delle sollevazioni provocate dalla pressione fiscale romana, briganti. Il termine deriva dal bretone bagad che significa "gruppo", "truppa".

Storia

I bagaudi avevano mantenuto la loro cultura celtica a dispetto della romanizzazione che aveva preso campo nelle città e nelle grandi ville padronali, lasciando immutate gran parte delle zone rurali e montane. Non è chiaro se fossero cristiani e se il messaggio evangelico fosse stato da loro interpretato in termini egualitari, dunque latente di un contenuto rivoluzionario contro il latifondo.[1]

Essi rivendicavano inoltre la loro differenziazione sul piano etnico e un miglioramento delle loro condizioni sociali, allorché, soprattutto, si era verificato un peggioramento climatico che aveva portato ad una minore resa agricola.

Il loro nome comparve per la prima volta durante i disordini contro l'imperatore Marco Aurelio Carino (282-285). La loro prima ribellione fu domata dal generale Massimiano e tornò più volte fino al 460 circa. Nel 407 costrinsero il generale Saro a versare loro tutto il bottino raccolto nella campagna di Gallia in cambio di un passaggio sicuro per i passi alpini. Nel 442 vennero sconfitti dal magister utriusque militiae Astirio. Nel 451 i Bagaudi in lotta con i latifondisti gallo-romani invocarono l'aiuto di Attila.

Le notizie circa lo svolgimento delle lotte spesso non sono sufficientemente chiare, però si possono delineare delle differenziazioni geografiche: in Armorica, verso la metà del V secolo, i ribelli scelsero come mediatore con Roma una carica "istituzionale" quale quella del vescovo Germano di Auxerre (poi santo).

La leggenda da Saint-Maur-des-Fossés

Un testo ecclesiastico dell'XI secolo menziona un trinceramento dei Bagaudi nella località di Saint-Maur-des-Fossés (Val-de-Marne), sulle rive della Marna, vicino a Parigi, nella località Bagaudarum castrum. Una porta di Parigi nella direzione di Saint-Maur-des-Fossés avrebbe ricevuto, in ricordo dei Bagaudi, il nome di porta Bugaudarum, abbreviata poi in porta Bauda[2]. Un boulevard des Bagaudes si trova nel comune di Saint-Maur-des-Fossés; la piastra porta la curiosa espressione peuplade gauloise. Tuttavia, non fu che nel secolo XIV o XV che questo testo fu aggiunto al manoscritto dell'XI secolo sulla vita di san Baboleno, primo abate di Saint-Maur nel VII secolo[3].

Note

  1. ^ Franco Cardini e Marina Montesano, Storia medievale, Firenze, Le Monnier Università, 2006. ISBN 8800204740 p. 69
  2. ^ (FR) Dictionnaire universel françois et latin, Les libraires de Paris, 1763, p. 936..
  3. ^ (FR) Pierre Gillon, La nouvelle histoire de Saint-Maur-des-Fossés, vol. 1, Le Vieux Saint-Maur, 15 novembre 1987, pp. 70-71, 105, ISBN 2-9501737-0-5..

Bibliografia

  • Luca Montecchio, I bacaudae. Tensioni sociali tra tardoantico e alto Medioevo, Elabora, Roma 2012, ISBN 9788895485133
  • Lellia Cracco Ruggini, Bagaudi e Santi innocenti: un'avventura fra demonizzazione e martirio, in E. Gabba (ed.), Tria corda. Scritti in onore di Arnaldo Momigliano, New Press, Como 1983, 121-142.
  • Lellia Cracco Ruggini, Etablissements militaires, martyrs bagaudes et traditions romaines dans la Vita Baboleni, in Historia 44 (1995) 100-119.
  • Tensioni sociali nella tarda antichità nelle province occidentali dell'impero romano. Atti del 1º Convegno internazionale (Roma, 29 novembre 2013), a cura di Luca Montecchio, Graphe.it edizioni, Perugia 2015, ISBN 9788897010876
  • (EN) E. A. Thompson , A History of Attila and the Huns, London 1948; trad. it. Storia di Attila e degli Unni, Sansoni, Firenze 1963.

Voci correlate

Collegamenti esterni

  • Estratto da "Storia di Attila e degli Unni", su marcopolovr.it. URL consultato il 17 marzo 2006 (archiviato dall'url originale il 17 febbraio 2006).
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