Cambio di regime

Il cambio di regime (regime change) è la sostituzione forzata o coatta di un regime di governo con un altro. Il cambio di regime può sostituire in tutto o in parte la classe dirigente, l'apparato amministrativo o la burocrazia. Il cambio di regime può avvenire attraverso processi interni, come la rivoluzione, il colpo di stato o la ricostruzione del governo in seguito al fallimento dello stato o alla guerra civile.[1] Può anche essere imposto a un paese da attori stranieri attraverso invasioni, operazioni palesi o coperte o tramite diplomazia coercitiva.[2][3] Oltre a sostituire un governo con un altro, il cambio di regime può comportare la costruzione di nuove istituzioni, il ripristino di vecchie istituzioni o la promozione di nuove ideologie.[2]

Tra il 1816 e il 2011, secondo una banca dati di Alexander Downes, 120 capi di Stato sono stati rimossi tramite un cambio di regime imposto dall'estero.[2]

Tipi

Cambio di regime interno

Il cambio di regime può essere accelerato da una rivoluzione o da un colpo di stato. La rivoluzione russa del 1917, il colpo di stato birmano del 1962, la rivoluzione iraniana del 1979 e lo scioglimento del blocco orientale nel 1990 sono noti esempi. Esempi di cambio di regime guidato internamente sono l'istituzione della Quinta Repubblica francese (1958) e la Federazione dell'Australia.

Cambio di regime imposto dall'estero

Il cambio di regime imposto dall'estero è la deposizione di un regime da parte di uno stato straniero, che può essere ottenuta con operazioni sotto copertura o con un intervento militare diretto. Anche le guerre interstatali possono culminare in un cambio di regime per la fazione sconfitta, come accadde per le potenze dell'Asse nel 1945. Il cambio di regime imposto dall'estero è talvolta utilizzato dagli stati come strumento di politica estera.[4] Tra il 1816 e il 2011, secondo una banca dati di Alexander Downes, 120 capi di Stato sono stati rimossi tramite un cambio di regime imposto dall'estero.[2]

Durante la guerra fredda, gli Stati Uniti sono spesso intervenuti in elezioni estere e si sono impegnati in tentativi di cambio di regime, sia di nascosto che apertamente.[5][6][7]

Promozione del regime

Secondo John Owen IV, nella storia si possono identificare quattro ondate di promozione del regime a forza:[8]

  1. Cattolicesimo e protestantesimo: dal 1520 all'inizio del XVIII secolo
  2. Repubblicanesimo con monarchia costituzionale e monarchia assoluta: dal 1770 alla fine del XIX secolo
  3. Comunismo con liberalismo e fascismo: dalla fine degli anni '10 agli anni '80
  4. Governo laico e islamismo: dopo il 1990

Impatto

Studi di Alexander Downes, Lindsey O'Rourke e Jonathan Monten indicano che il cambio di regime imposto dall'estero raramente riduce la probabilità di una guerra civile,[2] la rimozione violenta del leader appena imposto,[2] e la probabilità di conflitto tra lo stato intervenuto e i suoi avversari,[2][9] così come non aumenta la probabilità di democratizzazione (a meno che il cambio di regime non avvenga con cambiamenti istituzionali pro-democratici in paesi con condizioni favorevoli per la democrazia).[10] Downes sostiene:[2]

(EN)

«The strategic impulse to forcibly oust antagonistic or non-compliant regimes overlooks two key facts. First, the act of overthrowing a foreign government sometimes causes its military to disintegrate, sending thousands of armed men into the countryside where they often wage an insurgency against the intervener. Second, externally-imposed leaders face a domestic audience in addition to an external one, and the two typically want different things. These divergent preferences place imposed leaders in a quandary: taking actions that please one invariably alienates the other. Regime change thus drives a wedge between external patrons and their domestic protégés or between protégés and their people.»

(IT)

«L'impulso strategico a cacciare con la forza regimi antagonisti o non conformi trascura due fatti chiave. In primo luogo, l'atto di rovesciare un governo straniero a volte provoca la disintegrazione delle sue forze armate, mandando migliaia di uomini armati nelle campagne dove spesso conducono un'insurrezione contro colui che è intervenuto. In secondo luogo, i capi imposti dall'esterno devono affrontare un'opinione pubblica interna, oltre a una esterna, e le due in genere vogliono cose diverse. Questi interessi divergenti mettono in imbarazzo i capi imposti: intraprendere azioni che soddisfino l'una inevitabilmente alienerà l'altra. Il cambio di regime crea così un cuneo tra i sostenitori esterni e i loro protetti interni o tra i protetti e la loro gente.»

La ricerca di Nigel Lo, Barry Hashimoto e Dan Reiter ha risultati contrastanti, poiché scoprono che "la pace dopo le guerre dura più a lungo quando la guerra finisce con un cambio di regime imposto dall'estero".[11] Tuttavia, una ricerca di Reiter e Goran Peic rileva che un cambio di regime imposto dall'estero può aumentare la probabilità di una guerra civile.[12]

Note

  1. ^ Regime Change Cascades: What We Have Learned from the 1848 Revolutions to the 2011 Arab Uprisings, vol. 16, DOI:10.1146/annurev-polisci-032211-212204, ISSN 1094-2939 (WC · ACNP).
  2. ^ a b c d e f g h (EN) Alexander B. Downes, Catastrophic Success: Why Foreign-Imposed Regime Change Goes Wrong, Cornell University Press, 2021, ISBN 978-1-5017-6115-7.
  3. ^ (EN) Violent Regime Change: Causes and Consequences, su Oxford Research Encyclopedia of Politics, DOI:10.1093/acrefore/9780190228637.013.1954, ISBN 978-0-19-022863-7.
  4. ^ Foreign-Imposed Regime Change, State Power and Civil War Onset, 1920–2004, vol. 41, DOI:10.1017/s0007123410000426.
  5. ^ (EN) Dov H. Levin, Partisan electoral interventions by the great powers: Introducing the PEIG Dataset, in Conflict Management and Peace Science, vol. 36, n. 1, 1º gennaio 2019, pp. 88–106, DOI:10.1177/0738894216661190, ISSN 0738-8942 (WC · ACNP).
  6. ^ Lindsey A. O’Rourke, The Strategic Logic of Covert Regime Change: US-Backed Regime Change Campaigns during the Cold War, in Security Studies, vol. 29, 29 novembre 2019, pp. 92–127, DOI:10.1080/09636412.2020.1693620, ISSN 0963-6412 (WC · ACNP).
  7. ^ (EN) Dov H. Levin, When the Great Power Gets a Vote: The Effects of Great Power Electoral Interventions on Election Results, in International Studies Quarterly, vol. 60, n. 2, 1º giugno 2016, pp. 189–202, DOI:10.1093/isq/sqv016, ISSN 0020-8833 (WC · ACNP).
  8. ^ John M. Owen IV, The Clash of Ideas in World Politics: Transnational Networks, States, and Regime Change, 1510-2010, Princeton University Press, 2010, ISBN 978-1-4008-3676-5.
  9. ^ (EN) You Can't Always Get What You Want: Why Foreign-Imposed Regime Change Seldom Improves Interstate Relations, vol. 41, DOI:10.1162/ISEC_a_00256, ISSN 0162-2889 (WC · ACNP).
  10. ^ Forced to Be Free?: Why Foreign-Imposed Regime Change Rarely Leads to Democratization, vol. 37, DOI:10.1162/ISEC_a_00117, ISSN 0162-2889 (WC · ACNP).
  11. ^ (EN) Nigel Lo, Ensuring Peace: Foreign-Imposed Regime Change and Postwar Peace Duration, 1914–2001, vol. 62, 2008, DOI:10.1017/S0020818308080259, ISSN 1531-5088 (WC · ACNP).
  12. ^ (EN) Goran Peic, Foreign-Imposed Regime Change, State Power and Civil War Onset, 1920–2004, vol. 41, 2011, DOI:10.1017/S0007123410000426, ISSN 1469-2112 (WC · ACNP).

Bibliografia

  • (EN) Alexander B. Downes, Catastrophic Success: Why Foreign-Imposed Regime Change Goes Wrong, Cornell University Press, 2021, ISBN 978-1-5017-6115-7.

Voci correlate

Collegamenti esterni

  • Regime change, su encarta.msn.com. URL consultato l'8 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 22 gennaio 2007).
  • Regime change, su wordspy.com. URL consultato l'8 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 26 luglio 2014).
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