Colette Rosselli

Colette Rosselli, nata Colette Cacciapuoti, nota anche con lo pseudonimo di Donna Letizia (Losanna, 25 maggio 1911 – Roma, 9 marzo 1996), è stata una scrittrice, illustratrice e pittrice italiana.

È nota soprattutto per la seguita rubrica di bon ton Il saper vivere, che ha tenuto prima su Grazia e in seguito su Gente. Come illustratrice aveva iniziato a pubblicare i suoi disegni a New York per le riviste Harper's Bazaar, Mademoiselle e Vogue, illustrando anche libri per bambini, alcuni dei quali scritti da lei stessa.[1]

Biografia

Nata a Losanna, in Svizzera, da madre inglese e padre napoletano, Colette Cacciapuoti crebbe in una famiglia borghese, agiata, francofila e di religione protestante, trascorrendo l'infanzia tra Firenze e la Versilia, con estati passate in una villetta di proprietà della famiglia a Forte dei Marmi.[2][3]

I primi libri, Il primo libro di Susanna e Il secondo libro di Susanna, vennero pubblicati sotto lo pseudonimo "Nicoletta" durante la seconda guerra mondiale: vennero originariamente scritti e illustrati da Colette per la figlia. Per Mondadori pubblicò in seguito altri volumi, tra i quali: Prime rime, Collolungo, Questa è Margherita e Il Cavaliere Dodipetto. Illustrò inoltre alcune edizioni dei primi anni cinquanta di libri di fiabe e narrativa. Nel 1951 collaborò in questa veste con Franca Valeri, illustrando Il diario della signorina Snob, stampato originalmente per Mondadori e riedito da Lindau nel 2003, con ristampa nel 2009.

Nello stesso periodo collaborò quale illustratrice a vari quotidiani e riviste internazionali, tra cui Vogue, Harper's Bazaar, New Yorker e altri. Stanca di essere l'illustratrice più sottopagata[4], negli anni sessanta cessò tale attività abbandonando la Mondadori in favore di altri editori per i quali scriverà soprattutto libri di galateo e di memorie.

Donna Letizia

A metà anni cinquanta erano divenute di moda le rubriche di galateo tenute da redattrici con nomi altisonanti. Arnoldo Mondadori propose così a Colette Rosselli di tenere a sua volta una rubrica di bon ton sul settimanale Grazia, ma lei di nomi contenenti titoli nobiliari non ne volle sapere e inventò così lo pseudonimo di "Donna Letizia"[2]. Con questo pseudonimo tenne a lungo una popolare rubrica intitolata Il saper vivere, prima su Grazia e in seguito, a partire dal 1978[5], sul settimanale Gente.

Qui Colette rispondeva alle domande riguardanti questioni di galateo e buone maniere, con humour e pungente ironia, per dispensare quelle buone maniere che l'Italia del boom economico le chiedeva attraverso lettere indirizzate alla sua rubrica, trovandosi improvvisamente a dover fare i conti con l'etichetta, avendo ospiti blasonati e figli da istruire.

Nel 1960 uscì il primo libro ispirato alla rubrica Il saper vivere di Donna Letizia (Arnoldo Mondadori Editore), di cui disegnava anche le spiritose illustrazioni. Un vero e proprio Manuale di galateo che raccoglie una vasta gamma di consigli, dall'educazione dei figli a come comportarsi in società. Il libro venne ristampato per tutti gli anni successivi e una nuova versione, aggiornata e riveduta, Il nuovo saper vivere di Donna Letizia (Arnoldo Mondadori Editore), venne dato alle stampe trent'anni dopo la prima edizione, nel 1990.

Nel 1981 Colette Rosselli raccolse il meglio di venticinque anni di lettere indirizzate a Donna Letizia nel libro, pubblicato da Rusconi Editore, Cara Donna Letizia... Venticinque anni in confidenza, dove mette a confronto epistole che trattano temi similari nel corso degli anni, evidenziando così il contrasto tra il "prima" e il "dopo" rivoluzione sessuale. Nel 1984 Colette Rosselli decise di "far morire" il personaggio di Donna Letizia, soprattutto perché i tempi erano troppo cambiati e non c'era più spazio per il suo personaggio nella società degli anni ottanta[6].

Altre attività

Libri di memorie autobiografiche sono così Ma non troppo (1986), una serie di "ritratti" letterari di personaggi più o meno celebri; Case di randagia (1989), in cui traccia la propria esistenza ricordando le case in cui è vissuta, e l'ultimo C'era una volta il galateo (1996), che parte ricordando i libri di galateo posseduti per poi ricordare comportamenti tenuti in varie occasioni da persone da lei conosciute e frequentate.

A partire dagli anni settanta, all'attività di scrittrice e illustratrice affiancò così quella di pittrice, partecipando a numerose mostre.

Apparve in alcune trasmissioni televisive, tra cui Almanacco del giorno dopo, per la quale condusse per un breve periodo la rubrica sulle buone maniere, affidata in seguito a Giovanni Nuvoletti.

Morte

Nel gennaio 1996 venne colpita da un ictus, in seguito al quale morì il 9 marzo successivo nella sua casa romana in piazza Navona[1]. La sua salma riposa a Genova, nel Cimitero Monumentale di Staglieno, accanto alla sorella.

Vita privata

Dopo una lunga relazione con Indro Montanelli iniziata negli anni cinquanta, nel 1974 lo sposò in seconde nozze. Conservò tuttavia il cognome Rosselli, che aveva assunto in seguito al primo matrimonio con Raffaello Rosselli, cugino dei perseguitati Carlo e Nello. Colette si era separata da Rosselli nel 1940, mentre Indro Montanelli ottenne il divorzio da Margarethe Colins de Tarsienne solo nel 1972[7].

Opere

Narrativa per ragazzi

Libri scritti e illustrati da Colette Rosselli:

Libri scritti da Colette Rosselli e illustrati dalle fotografie di Carlo Bavagnoli:

Saggistica

Manuali di galateo e libri di memorie.

Illustrazioni

Libri di altri autori illustrati da Colette Rosselli.

Note

  1. ^ a b Nello Ajello, Addio Donna Letizia, custode del buon gusto, in La Repubblica, 11 marzo 1996.
  2. ^ a b Colette Rosselli, Ma non troppo, Longanesi & C., 1986
  3. ^ Colette Rosselli, Case di Randagia, Longanesi & C., 1989
  4. ^ La lunga attività di illustratrice per l'infanzia di Colette Rosselli e i problemi avuti con la Mondadori sono ampiamente documentati nel libro di Santo Alligo Colette Rosselli. Non solo "Donna Letizia", Fondazione Montanelli-Bassi - Eredi Colette Rosselli, 2007
  5. ^ Laura Laurenzi Vada fuori dal salotto in La Repubblica del 31 ottobre 1984
  6. ^ L'Italia vorrei ma non posso..., su ricerca.repubblica.it. URL consultato il 13 maggio 2009.
  7. ^ Riccardo Cardellicchio, Quello strano matrimonio di Colette Rosselli e Indro, in Il Tirreno, 31 marzo 2013. URL consultato il 19 febbraio 2015 (archiviato il 19 febbraio 2015).

Bibliografia

  • Santo Alligo, Laura Laurenzi Colette Rosselli. Non solo "Donna Letizia", Fondazione Montanelli-Bassi - Eredi Colette Rosselli, 2007. ISBN non esistente
  • Santo Alligo Pittori di carta. Libri illustrati tra otto e novecento. Volume III, Little Nemo, 2007. ISBN 8890308516

Voci correlate

Altri progetti

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Collegamenti esterni

  • Premio Colette Rosselli istituito dalla Fondazione Montanelli-Bassi, su fondazionemontanelli.it.
  • Colette Rosselli fotografata da Elisabetta Catalano, su elisabettacatalano.it. URL consultato il 16 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 3 settembre 2009).
Controllo di autoritàVIAF (EN) 264062902 · ISNI (EN) 0000 0000 6344 0135 · SBN CFIV001361 · BAV 495/339167 · ULAN (EN) 500097861 · LCCN (EN) n81131825 · GND (DE) 122085280
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