Dualità di Shur-Weyl

La dualità di Schur-Weyl è un teorema studiato in teoria delle rappresentazioni che mette in relazione le rappresentazioni irriducibili di dimensione finita del gruppo generale lineare e del gruppo simmetrico . Eredita il nome da due importanti figure di rilievo nello studio della teoria delle rappresentazioni dei gruppi di Lie, Issai Schur, che scoprì il fenomeno, e Hermann Weyl, che lo rese popolare nei suoi libri sulla meccanica quantistica e sui gruppi classici come un modo per classificare le rappresentazioni di gruppi lineari unitari e generali.

La dualità di Schur-Weyl può essere dimostrata mediante il Teorema del doppio centralizzatore.[1]

Descrizione

La dualità di Schur-Weyl presenta una struttura tipica nella teoria delle rappresentazioni, in cui sono coinvolti due tipi di simmetria che si determinano a vicenda. Consideriamo lo spazio tensoriale

( C n ) k := C n C n C n {\displaystyle {(\mathbb {C} ^{n})}^{\otimes k}:=\mathbb {C} ^{n}\otimes \mathbb {C} ^{n}\otimes \cdots \otimes \mathbb {C} ^{n}} con k fattori .

È possibile definire un'azione del gruppo simmetrico S k {\displaystyle S_{k}} su questo spazio (a sinistra) permutando i fattori, ovvero

σ ( v 1 v 2 v k ) = v σ 1 ( 1 ) v σ 1 ( 2 ) v σ 1 ( k ) . {\displaystyle \sigma (v_{1}\otimes v_{2}\otimes \cdots \otimes v_{k})=v_{\sigma ^{-1}(1)}\otimes v_{\sigma ^{-1}(2)}\otimes \cdots \otimes v_{\sigma ^{-1}(k)}.}

Al tempo stesso, anche il gruppo lineare generale G L n ( C ) {\displaystyle GL_{n}(\mathbb {C} )} di matrici n × n invertibili può agire su tale spazio mediante la moltiplicazione di matrici (a sinistra), tale che

g ( v 1 v 2 v k ) = g v 1 g v 2 g v k , g GL n . {\displaystyle g(v_{1}\otimes v_{2}\otimes \cdots \otimes v_{k})=gv_{1}\otimes gv_{2}\otimes \cdots \otimes gv_{k},\quad g\in {\text{GL}}_{n}.}

Si può facilmente osservare che queste due azioni commutano fra loro e, concretamente, la dualità Schur-Weyl afferma che sotto l'azione congiunta dei gruppi S k {\displaystyle S_{k}} e G L n ( C ) {\displaystyle GL_{n}(\mathbb {C} )} lo spazio tensoriale si decompone nella somma diretta di prodotti tensoriali di moduli irriducibili (per questi due gruppi) che in realtà si determinano a vicenda,

C n C n C n = D π k D ρ n D . {\displaystyle \mathbb {C} ^{n}\otimes \mathbb {C} ^{n}\otimes \cdots \otimes \mathbb {C} ^{n}=\bigoplus _{D}\pi _{k}^{D}\otimes \rho _{n}^{D}.}

Gli addendi della somma diretta sono indicizzati sui diagrammi di Young D formati da k caselle e al più n righe. I moduli π k D {\displaystyle \pi _{k}^{D}} di S k {\displaystyle S_{k}} , che nella teoria sono chiamati rappresentazioni irriducibili, sono non isomorfi fra loro al variare di D, e ciò vale anche per le rappresentazioni irriducibili ρ n D {\displaystyle \rho _{n}^{D}} di G L n ( C ) {\displaystyle GL_{n}(\mathbb {C} )} .

L'enunciato più formale della dualità di Schur-Weyl afferma che le due algebre di operatori su ( C n ) k {\displaystyle {(\mathbb {C} ^{n})}^{\otimes k}} generate dalle azioni di S k {\displaystyle S_{k}} e G L n ( C ) {\displaystyle GL_{n}(\mathbb {C} )} si centralizzano l'un l'altra nell'algebra degli endomorfismi E n d C ( C n C n C n ) . {\displaystyle \mathrm {End} _{\mathbb {C} }(\mathbb {C} ^{n}\otimes \mathbb {C} ^{n}\otimes \cdots \otimes \mathbb {C} ^{n}).}

Esempio

Supponiamo che k = 2 , n > 1 {\displaystyle k=2,n>1} . Per la dualità di Schur-Weyl, ricordando che le rappresentazioni irriducibili di S 2 {\displaystyle S_{2}} sono la rappresentazione banale e la rappresentazione segno, lo spazio dei due tensori si decompone in potenza simmetrica e potenza esterna, ciascuna delle quali è un modulo irriducibile per G L n ( C ) {\displaystyle GL_{n}(\mathbb {C} )} :

C n C n = S 2 C n Λ 2 C n . {\displaystyle \mathbb {C} ^{n}\otimes \mathbb {C} ^{n}=S^{2}\mathbb {C} ^{n}\oplus \Lambda ^{2}\mathbb {C} ^{n}.}

Il gruppo simmetrico S 2 è infatti costituito da due elementi e ha due rappresentazioni irriducibili. La rappresentazione banale dà origine al prodotto simmetrico, i cui elementi sono invarianti (cioè non cambiano) per permutazione dei fattori, mentre la rappresentazione segno dà luogo al prodotto esterno, i cui elementi cambiano di segno se trasposti.

Dimostrazione

Innanzitutto si considerino le seguenti ipotesi:

  • Sia G un gruppo finito ,
  • A = C [ G ] {\displaystyle A=\mathbb {C} [G]} l'algebra gruppo di G ,
  • U {\displaystyle U} un A-modulo destro di dimensione finita
  • B = End A ( U ) {\displaystyle B=\operatorname {End} _{A}(U)} , che agisce su U da sinistra e commuta con l'azione destra di A. In altre parole, B {\displaystyle B} è il centralizzatore di A {\displaystyle A} nell'anello di endomorfismi End ( U ) {\displaystyle \operatorname {End} (U)} .

La dimostrazione utilizza due lemmi algebrici.

Lemma 1: Se W {\displaystyle W} è un A {\displaystyle A} -modulo sinistro semplice, allora U A W {\displaystyle U\otimes _{A}W} è un B {\displaystyle B} -modulo sinistro semplice.[2]

Dimostrazione : U è semisemplice, dunque per il teorema di Maschke, esiste una decomposizione U = i U i m i {\displaystyle U=\bigoplus _{i}U_{i}^{\oplus m_{i}}} in A {\displaystyle A} -moduli semplici . Allora U A W = i ( U i A W ) m i {\displaystyle U\otimes _{A}W=\bigoplus _{i}(U_{i}\otimes _{A}W)^{\oplus m_{i}}} . Se osserviamo A {\displaystyle A} come A {\displaystyle A} -rappresentazione su sé stessa, mediante la rappresentazione regolare sinistra, sappiamo che ogni A {\displaystyle A} -modulo semplice compare nella decomposizione di A {\displaystyle A} , dunque abbiamo che U i A W = C {\displaystyle U_{i}\otimes _{A}W=\mathbb {C} } se e solo se U i , W {\displaystyle U_{i},W} sono isomorfi allo stesso fattore semplice, mentre U i A W = 0 {\displaystyle U_{i}\otimes _{A}W=0} altrimenti.

Di conseguenza si ha che U A W = ( U i 0 A W ) m i 0 = C m i 0 {\displaystyle U\otimes _{A}W=(U_{i_{0}}\otimes _{A}W)^{\oplus m_{i_{0}}}=\mathbb {C} ^{\oplus m_{i_{0}}}} , in cui U i 0 W {\displaystyle U_{i_{0}}\cong W} è un isomorfismo di A {\displaystyle A} -moduli (semplici). Ora, ricordando che B {\displaystyle B} agisce a sinistra su U {\displaystyle U} , è facile vedere che ogni vettore diverso da zero in C m i 0 {\displaystyle \mathbb {C} ^{\oplus m_{i_{0}}}} genera l'intero spazio se osserviamo U A W {\displaystyle U\otimes _{A}W} come B {\displaystyle B} -modulo sinistro, dunque, è semplice. {\displaystyle \blacksquare }

Lemma 2: Sia U = V d {\displaystyle U=V^{\otimes d}} e G = S n {\displaystyle G=S_{n}} il gruppo simmetrico. Un sottospazio di U {\displaystyle U} è un B {\displaystyle B} -sottomodulo sinistro se e solo se è invariante sotto l'azione sinistra di G L ( V ) {\displaystyle GL(V)} ; detto in altri termini, un B {\displaystyle B} -sottomodulo di U {\displaystyle U} è un G L ( V ) {\displaystyle GL(V)} -modulo.[3]

Dimostrazione : Scegliamo W := End ( V ) {\displaystyle W:=\operatorname {End} (V)} . È possibile immergere W End ( U ) {\displaystyle W\hookrightarrow \operatorname {End} (U)} , mediante la relazione w w d = d ! w w {\displaystyle w\mapsto w^{d}=d!w\otimes \cdots \otimes w} . Inoltre, si può verificare che l'immagine di W {\displaystyle W} genera il sottospazio dei tensori simmetrici Sym d ( W ) {\displaystyle \operatorname {Sym} ^{d}(W)} . Dal momento che, per costruzione, B = E n d S n ( V d ) = Sym d ( W ) {\displaystyle B=End_{S_{n}}(V^{\otimes d})=\operatorname {Sym} ^{d}(W)} , l'immagine di W {\displaystyle W} genera B {\displaystyle B} . Dal momento che GL ( V ) {\displaystyle \operatorname {GL} (V)} è denso in E n d ( V ) = W {\displaystyle End(V)=W} sia nella topologia euclidea che nella topologia di Zariski, segue l'asserzione. {\displaystyle \blacksquare }

Siamo pronti a mostrare la dualità Schur-Weyl.

Sia nuovamente G = S d {\displaystyle G=S_{d}} il gruppo simmetrico, U = V d {\displaystyle U=V^{\otimes d}} la d -esima potenza tensoriale di uno spazio vettoriale su C {\displaystyle \mathbb {C} } di dimensione finita.

Siano V λ {\displaystyle V^{\lambda }} i moduli Specht, ovvero le S d {\displaystyle S_{d}} -rappresentazioni irriducibili, indicizzati sulle partizioni λ {\displaystyle \lambda } di d e sia m λ = dim V λ {\displaystyle m_{\lambda }=\dim V_{\lambda }} .

Il Lemma 1 ci garantisce che

S λ ( V ) := V d S d V λ {\displaystyle S^{\lambda }(V):=V^{\otimes d}\otimes _{{\mathfrak {S}}_{d}}V^{\lambda }}

è un G L ( V ) {\displaystyle GL(V)} -modulo semplice. Inoltre, presa la decomposizione in rappresentazioni irriducibili per A = λ ( V λ ) m λ {\displaystyle A=\bigoplus _{\lambda }(V_{\lambda })^{\bigoplus m_{\lambda }}} , si ha che:[4]

V d = V d A A = λ ( V d S d V λ ) m λ {\displaystyle V^{\otimes d}=V^{\otimes d}\otimes _{A}A=\bigoplus _{\lambda }(V^{\otimes d}\otimes _{S_{d}}V^{\lambda })^{\oplus m_{\lambda }}} ,

e questa è la decomposizione di V d {\displaystyle V^{\otimes d}} come a GL ( V ) {\displaystyle \operatorname {GL} (V)} -modulo.

Generalizzazioni

L'algebra di Brauer prende il posto del gruppo simmetrico nella generalizzazione della dualità di Schur-Weyl per gruppi simplettici e ortogonali.

Ancora più in generale, l'algebra di partizione e le sue sottoalgebre generano ulteriori generalizzazioni della dualità di Schur-Weyl.

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Note

  1. ^ Etingof, Pavel;Golberg, Oleg; Hensel, Sebastian; Liu, Tiankai; Schwendner, Alex; Vaintrob, Dmitry; Yudovina, Elena;(2011), Introduction to representationtheory. With historical interludes by Slava Gerovitch, Theorem 5.18.4
  2. ^ Fulton & Harris, Lemma 6.22
  3. ^ Fulton & Harris, Lemma 6.23
  4. ^ Fulton & Harris, Theorem 6.3. (2), (4)

Bibliografia

  • Fulton, William; Harris, Joe (1991), Representazion theory. A first course. Graduate Yexys in Mathematics, Redings in Mathematics. Vol. 129. New York: Springer-Verlag.
  • Roger Howe, Perspectives on invariant theory: Schur duality, multiplicity-free actions and beyond. The Schur lectures (1992) (Tel Aviv), 1–182, Israel Math. Conf. Proc., 8, Bar-Ilan Univ., Ramat Gan, 1995. MR 1321638
  • Issai Schur, Über eine Klasse von Matrizen, die sich einer gegebenen Matrix zuordnen lassen. Dissertation. Berlin. 76 S (1901) JMF 32.0165.04
  • Issai Schur, Über die rationalen Darstellungen der allgemeinen linearen Gruppe. Sitzungsberichte Akad. Berlin 1927, 58–75 (1927) JMF 53.0108.05
  • Hermann Weyl, The Classical Groups. Their Invariants and Representations. Princeton University Press, Princeton, N.J., 1939. xii+302 pp. MR 0000255