Erika Cremer

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Motivo: I due articoli fondamentali di Archer John Porter Martin e Richard Laurence Millington Synge in cui venivano poste le basi della teoria della cromatografia di ripartizione furono inviati al Biochemical Journal nel novembre 1941[1], tre anni prima della Cremer
Erika Cremer in un dipinto di Letizia Mancino Cremer

Erika Cremer (Monaco di Baviera, 20 maggio 1900 – 21 settembre 1996) è stata una fisica e chimica tedesca, considerata uno dei più importanti personaggi del ramo della gascromatografia, tecnica da lei concepita nel 1944[2].

Biografia

Nel 1927 ottenne il dottorato in fisica presso l'Università di Berlino, e nel 1938 ottenne l'abilitazione alla docenza universitaria, professione tuttavia vietata di essere esercitata dal sesso femminile dalla legge nazista attiva al tempo. Ottenne un posto come docente presso l'Università di Innsbruck nel 1940, quando molti professori di sesso maschile furono chiamati alle armi e lasciarono la cattedra. Qui concepì la tecnica della gascromatografia e realizzò il primo strumento, ma, a causa della guerra e la conseguente scarsità di attrezzature, la sua ricerca rimase in stallo fino a che il dottorando e suo studente Fritz Prior scelse l'argomento come tesi e continuò, con lei, le sperimentazioni in un laboratorio di una scuola superiore dove lui insegnava.

Nel 1947 la sperimentazione e la tesi furono completate e discusse "dimostrando la messa a punto di un nuovo metodo strumentale di analisi qualitativa e quantitativa per gas e vapori", quindi, nel 1951, Cremer venne nominata direttrice del Physical Chemistry Institute di Innsbruck.

Nel 1952 i ricercatori britannici Archer Martin e Richard Laurence Millington Synge, che forse (a causa del difficile periodo storico con la conseguente scarsa diffusione delle ricerche scientifiche) non erano a conoscenza delle scoperte pregresse di Cremer[3], si dichiararono inventori della gascromatografia e, lo stesso anno, ottennero il Premio Nobel per la fisica.[2]

Cremer si ritirò dalle attività di ricerca nel 1971[2].

Note

  1. ^ A. J. P. Martin e R. L. M. Synge, A new form of chromatogram employing two liquid phases: A theory of chromatography. 2. Application to the micro-determination of the higher monoamino-acids in proteins, in Biochemical Journal, vol. 35, n. 12, 1º dicembre 1941, pp. 1358–1368, DOI:10.1042/bj0351358.
  2. ^ a b c Erika Cremer (1900-1996), Università degli Studi della Basilicata
  3. ^ (EN) Geoffrey Rayner-Canham e Marelene F. Rayner-Canham, Women in chemistry : their changing roles from alchemical times to the mid-twentieth century, American Chemical Society: Chemical Heritage Foundation, 1998, p. 202.

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Collegamenti esterni

  • (EN) Erika Cremer, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata
  • Scienziate che avrebbero potuto aspirare al Premio Nobel: Erika Cremer (1900-1996), su ilblogdellasci.wordpress.com. URL consultato il 28 ottobre 2021.
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