Francesco Biangardi

Francesco Biangardi

Francesco Biangardi (Napoli, 16 febbraio 1832 – Caltanissetta, 21 febbraio 1911) è stato uno scultore italiano, noto soprattutto per le sue opere in Sicilia.

Biografia

Naque a Napoli il 16 Febbraio 1832, a Forcella. Figlio dello scultore Vincenzo Biangardi e di Carolina Tugno, Francesco impara l'arte del padre presso la bottega di famiglia. Partito a Roma per frequentare l'Accademia di Arte, divenuto noto nel napoletano, sposa una vedova che aveva già un figlio: Fortunato Pinto, che alla morte della mamma resterà con la famiglia Biangardi.

Dopo la morte della prima moglie, sposa Giovanna Allegra che, nel 1861, darà alla luce suo figlio Vincenzo. Nel 1864 si trasferisce a Cittanova, luogo in cui realizzerà numerose sculture in legno, tra queste le undici Varette.

In quegli anni Francesco condivide la bottega con gli ebanisti Scionti,con i quali avrà una lunga e duratura amicizia.

Non smise di avere contatti con la sua bottega d'origine a Napoli: nel 1856 la sua bottega è documentata dallo storico Giuliana che, parlando dello scultore Cardella da Girgenti, ci informa che lo scultore ha imparato l'arte presso la bottega Biangardi di Napoli.

In quegli anni nascono diversi suoi figli: - Maria Concetta Caterina (1864) - Maria Adelaide (1866 e morta nel 1871) - Angelo Antonio (nato e morto nel 1869) - Angelo (nato nel 1871 e morto nel 1872) - Maria Antonietta (nata nel 1872 e morta a Caltanissetta nel 1848) - Sofia (di cui non conosciamo la data di nascita ma sappiamo della sua esistenza da una lettera di Francesco al suo amico Camillo Palermo)

Nel 1873 va con tutta la famiglia a Mussomeli. Qui mette bottega insieme al figlio Vincenzo (appena dodicenne) nella Chiesa dell'Opera Santa, all'epoca chiusa al culto. Sono anni di duro lavoro, in cui vengono plasmate varie madonne in legno per la stessa Mussomeli e per vari centri siciliani. Anche il figliastro Fortunato si cimenta nell'arte della scultura. La Madonna della Pace di Mussomeli resterà però la sua unica opera.

Dal 1882, anno in cui vennero incaricati di costruire "La Veronica", realizzeranno quindici Vare. La mole di lavoro li convince, nell'Agosto 1886, a trasferirsi a Caltanissetta.

Lì Francesco prende casa nella Via Re d'Italia con tutta la famiglia, divenne professore di plastica e continua a creare opere per tutta la Sicilia.

In quegli stessi anni, insieme al figlio Vincenzo, completa alcune Varette a Caltanissetta per poi spedirle a Cittanova.[1]

Nel frattempo la figlia Sofia viene ricoverata a Palermo in preda a una brutta malattia mentale, come si evince dalla lettera del 24 gennaio 1893.

Il figlio dimostra tutte le sue capacità, vincendo numerosi concorsi e diventando uno scultore al pari del padre. Michele Alesso nel suo volume "il giovedì santo in Caltanissetta" (1903) dice addirittura che la sua bravura supera per forma e bellezza dei volti, quella del padre.

Sono numerose le opere di Vincenzo di carattere profano: tra queste il rimprovero di Socrate.

Nel 1890 il Biangardi soffre la perdita del figlio Vincenzo, probabilmente per mano assassina come recitano varie leggende metropolitane, tutte diverse tra loro, ma che mai hanno trovato fondamenta storiche. Le Vare non ancora costruire verranno quindi terminate da Francesco, che morirà a Caltanissetta, il 21 febbraio 1911.


L'eredità di Francesco Biangardi verrà portata avanti da alcuni discepoli, come Salvatore Emma ( u zannu) da San Cataldo e Salvatore Cardinale da Mussomeli.


La sua vita è rimasta molto nell'ombra. Unica erede, Adele Amico Biangardi, figlia della figlia Antonietta, si è spenta nel 1991.


Nel 1992 la casa editrice Lussografica, dedica alla famiglia di scultori un prezioso volume, dove vengono fuori i tratti salienti delle loro opere e del loro vissuto.

Una targa ricordo è posta nella casa dove abitò in via Re d'Italia a Caltanissetta e nel quartiere dell'Opera Santa a Mussomeli dove l'artista operò dal 1873 al 1886.

Una delle "Vare" del giovedì Santo di Caltanissetta
La Sacra Urna, una delle "Vare" del giovedì Santo di Caltanissetta in corteo.

L'Arte dei Biangardi

"Addolorata" ultima "Vara" del giovedì Santo a Caltanissetta in corteo.

Le loro sculture hanno origine dalla tradizione napoletana dei presepi della seconda metà del 1800 ed è tipica dei modellatori delle statuine presepiali del 1700, realizzati con materiali vari. L'opera del figlio Vincenzo appare anatomicamente e nelle proporzioni più curata, aderendo al gusto accademico dell'epoca. Merito dell'artista aver riempito di nuovo le chiese di Sicilia dopo che il 1866 le aveva svuotate. Aveva dimestichezza con vari tipi di materiali, come il legno, la cartapesta, la pietra. Proprio come nella più tradizionale tecnica presepistica napoletana, molte delle sue statue sono state create attraverso una tecnica mista di più materiali. La sua tecnica della "cartapesta giapponese", utilizzando diversi strati di carta su una madrice che fungeva da stampo, ha fatto sì che molte delle sue opere da un punto all'altro della Sicilia avessero praticamente lo stesso volto. Egli stesso dipingeva le sue opere, con grande bravura. Da recenti restauri di diverse opere si è potuto notare come i suoi colori fossero spesso pastello e che spesso usasse il rosa.

Opere Principali dei Biangardi

In Campania

A Napoli

  • San Giacomo della Marcia (Chiesa di Santa Maria la Nova)

In Calabria

A Cittanova

Varetta del Biangardi, Cittanova
  • Le Varette del venerdì Santo:
Nome Anno di realizzazione Collocazione
Orazione nell'orto 1865 museo delle varette Cittanova
La Flagellazione 1865
La coronazione di spine 1865
L'Ecce Homo 1892
La Caduta 1865
Il Calvario 1889
La deposizione dalla croce 1868
La Desolata 1883
La Maddalena 1867
La Pietà 1866 Chiesa di San Girolamo
L'Addolorata 1895 museo delle varette Cittanova
  • San Giuseppe (Chiesa di San Giuseppe)
  • San Giovannino (Chiesa di San Giuseppe)
  • Bozzetto Pietà (Chiesa di San GIuseppe)
  • Bozzetto Desolata (collezione privata)
"La Pietà", varetta usata nella processione dei Misteri a Cittanova

A Rizziconi

  • Cristo Risorto

In Sicilia

Agrigento e provincia

A Campobello di Licata

  • Maria del Sacro Cuore (1870 circa)
  • Il sacro Cuore e i due putti
  • L'Immacolata
  • Carro trionfale in legno

A Canicattì

  • Madonna del riparo (chiesa Madonna del Riparo)

A Casteltermini

  • Santa Lucia (Duomo)

A Ravanusa

  • Madonna delle Grazie (XIX sec. ,Chiesa Madre)

Enna e provincia

- A Barrafranca:

Madonna Addolorata (chiesa Madre)

-

Caltanissetta e provincia

A Caltanissetta

Foto Nome Anno di realizzazione Collocazione
La Cena 1885 Chiesa di San Pio X
L'Orazione nell'orto 1884
La Cattura 1884
Il Sinedrio 1886
La Flagellazione 1909
L'Hecce Homo 1892
La Condanna 1902
La Caduta 1886
Il Cireneo 1886
La Veronica 1883
La Crocifissione (Calvario) 1891
La Deposizione 1885
La Pietà 1888
La Sacra Urna 1892 Cattedrale
L'Addolorata (Desolata) 1896 Chiesa di San Pio X
San Biagio Chiesa di San Sebastiano
l'Addolorata, San Giovanni, Cristo e la Maddalena
Sant'Alfonso Maria de' Liguori
Addolorata Cattedrale
San Giovanni
L'Assunta 1887 Chiesa di San Giuseppe
Madonna della medaglia miracolosa
L'Addolorata Chiesa di Sant'Antonio alla Saccara
La Pietà Chiesa del Sacro Cuore di Gesù (Cozzo di Naro)
Statue della tomba Saetta Cimitero monumentale degli Angeli
San Francesco 1882 Santuario del Signore della Città
San Giovanni Battista Chiesa di San Giovanni
Cristo Risorto Sagrestia della Cattedrale
San Benedetto da Norcia Sagrestia della Chiesa di Sant'Agata
Sant'Agnese 1900 Chiesa di San Francesco
L'angelo dell'Addolorata 1896 Seminario vescovile

A Caltanissetta eseguì nel 1883 il restauro alla statua del Santo Patrono, San Michele, opera di Stefano Li Volsi e conservata nella Cattedrale e, dello stesso autore, la statua di San Sebastiano conservata nell'omonima chiesa.

A Delia

  • L'annunziata (1885, Chiesa Madre Santa Maria di Loreto)
  • La Madonna delle Grazie (Chiesa Madre Santa Maria di Loreto) restauro rifacimento

A Milena

  • Sant'Antonio Abate (1896, Chiesa Madre)
  • San Giuseppe (1898, Chiesa Madre)
  • Maria SS Addolorata (databile tra 1896-1898, Chiesa Madre)

A Mussomeli

  • La Madonna del Carmelo (1874, Chiesa del Carmelo)
  • La Madonna della Pace (Chiesa del Carmelo)
  • La Madonna Addolorata (1875, Chiesa San Giovanni)
  • Il Bambino Gesù (Chiesa di San Giovanni)
  • La Madonna dei Miracoli (1876, Chiesa di San Domenico)
  • La Madonna del Rosario (1876, Chiesa di San Domenico)
  • La Madonna Assunta (Chiesa di San Gioacchino e Sant'Anna detta "dei Monti")
  • La Madonna del Riparo (1875, Cappella Sorce Malaspina)
  • Sant'Eligio (Chiesa di Sant'Antonio Abate)
  • Il Bambino Gesù (Cappella Sorce Malaspina)
  • Santa Rosalia (Chiesa di Santa Maria di Gesù)
  • Presepe (Collezione Privata)

A Mussomeli il Biangardi eseguì il restauro del Crocifisso di frate Umile da Petralia, che si conserva nella chiesa di S. Gioacchino ed Anna, meglio conosciuta come chiesa dei Monti. Tale restauro, consistette nel totale rifacimento cromatico dell'opera falsandone l'originalità. Per questo lo storico Sorge, in un suo scritto, definì la mano del Biangardi "mano disgraziata".[2]

A Serradifalco

  • L'urna (1900)
  • San Giuseppe (Chiesa di San Giuseppe)

A Sutera

  • San Giuseppe (Chiesa Madre, restauro rifacimento)

A Vallelunga Pratameno

  • San Michele Arcangelo (XIX sec., Chiesa Madre)

A Villalba

  • Maria Addolorata e l'angelo (XIX sec., Chiesa Madre)
  • Sant'Antonio Abbate (XIX sec., Chiesa Madre)

Ragusa e provincia

A Ispica

  • Santa Lucia (1879, Chiesa Sant'Antonio Abate)

Siracusa e provincia

A Noto

A Palazzolo Acreide

  • Madonna del Rosario (Chiesa di San Paolo)

Biangardi nella cultura di massa

Alla figura di Francesco Biangardi e di suo figlio Vincenzo sono state dedicate in questi anni varie opere di teatro, un cortometraggio e un romanzo:

  • tra le opere teatrali ricordiamo: A Simana Santa, I mastri delle Vare e A Vara Nova; sono opere teatrali e musicali scritte da Francesco Daniele Miceli e Corrado Sillitti interpretate da varie compagnie teatrali. Alcune sono state realizzate al teatro Regina Margherita sin dai primi anni 2000, altre ancora all'interno del museo delle Vare, nel 2021 il teatro stabile nisseno ne fa una riduzione online nell'ambito del progetto: vite nascoste, dell'assessorato alla cultura.
  • il cortometraggio di Salvatore Riggi ha come titolo Biangardi, la creazione più bella; è stato proiettato in anteprima nazionale al teatro Regina Margherita di Caltanissetta il 21 Marzo 2024, ed ha avuto, nei giorni precedenti la Settimana Santa, 5 proiezioni molto acclamate dal pubblico. La storia si snoda in un momento cruciale della vita di Francesco, ovvero la perdita del figlio: tra ricordi e continui flash back ne viene fuori un avvincente racconto del rapporto tra padre e figlio.
  • il romanzo ha come titolo I Biangardi, l'arte di dare luce al dolore, di Francesco Daniele Miceli; è stato presentato nell'ambito di "Caltanissetta Itinerari d'Identità" nel settembre 2023, proprio nei giorni di commemorazione della morte di Vincenzo Biangardi. Il Romanzo traccia una cronologia precisa della famiglia, avvelendosi comunque di pagine di fantasia che legano gli anni di Napoli a quelli Calabresi, sino agli anni siciliani e alla morte dello stesso Francesco. Tra i protagonisti del romanzo Vincenzo, il figlio prematuramente scomparso, Giovanna, moglie di Francesco, i figli e il figliastro, sino alla nipote Adele, morta nel 1991.
  • Nel 2023, per ricordare i 150 anni della sua venuta a Mussomeli, l'associazione Mussomeli nella storia, organizza un convegno di studi.
  • Nel 2023, il 23 Settembre, l'associazione Giovedì Santo, presieduta da Arcangelo Giammusso, tiene al teatro Regina Margherita uno spettacolo dedicato a Vincenzo Biangardi nell'anniversario della sua morte.

Note

  1. ^ Consummatum Est:, Northcote House Publishers Ltd, pp. 90–98. URL consultato il 28 maggio 2024.
  2. ^ L’arte di un frate umile da Petralia nella diocesi di Caltanissetta, su exibart.com. URL consultato il 05-02-2009 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).

Bibliografia

  • Dell'Utri, D'Orto, La Mattina, Riggio, I Biangardi. La vita, l'epoca, le opere., pagg. 222, Edizioni Lussografica, Caltanissetta, 1992.

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