Libero Mancuso

Libero Mancuso

Libero Mancuso (Napoli, 28 aprile 1941) è un ex magistrato, politico e avvocato italiano, noto per le indagini, in qualità di pubblico ministero, sul terrorismo eversivo, sulla mafia e altre organizzazioni criminali.

Prima del suo insediamento come magistrato a Bologna, lavora a Napoli, nel pool che indaga sulle Brigate Rosse[1]. È successivamente al centro di casi legati alla mafia, alla P2 (con lui depone Licio Gelli)[2] e al terrorismo, in particolare del sequestro di Ciro Cirillo, della strage alla stazione di Bologna del 1980 (in cui è attivo nella lotta ai depistaggi)[3] e di quella dell'Italicus; è tra i giudici che individuano gli esecutori della strage bolognese, i neofascisti dei NAR, e i depistaggi effettuati dalla P2 e dai servizi segreti deviati.[3][4]

Ha lavorato anche nei processi alla banda della Uno Bianca[5], per la quale ha scritto la sentenza definitiva, e sull'omicidio di Marco Biagi da parte delle Nuove Brigate Rosse[6], ed è stato ascoltato, come consulente e persona informata sui fatti, nella Commissione parlamentare d’inchiesta su stragi e eversione e nella Commissione Mitrokhin.[4][7]

Ha dato il suo contributo di ex magistrato per la pubblicazione del libro "Il terrorismo di destra e di sinistra in Italia e in Europa. Storici e magistrati a confronto". Padova University Press, 2018, ISBN 8869381188.

È stato presidente della corte d'assise di Bologna[8] e presidente della sezione del riesame.[8]

Ha preso posizione contro le violenze avvenute anche da parte di forze dell'ordine al G8 di Genova nel 2001, con conseguenze politiche[9]; rilevanza hanno avuto assunto sue dichiarazioni sui pericoli dell'"antistato" all'interno della criminalità organizzata, come nel caso della Banda della Magliana[10].

Come politico ha avuto diverse candidature, ed è stato nominato nel 2006 assessore comunale alla sicurezza a Bologna, per la giunta di centrosinistra del sindaco Sergio Cofferati.[11] Come assessore ha proposto l'istituzione di zone a luci rosse a rotazione, come unici luoghi in cui esercitare la prostituzione legalmente e senza forme di schiavitù, sfruttamento e tratta di esseri umani.[12][13][14] Successivamente si è candidato come consigliere comunale tra le file di Sinistra Ecologia Libertà, ma non è stato eletto[15], nonché come candidato sindaco di una lista civica nel paese di Camugnano (BO), senza conseguire la vittoria (elezioni del maggio 2013). È inoltre tra i fondatori di Magistratura Democratica. Dopo aver lasciato la magistratura, esercita come avvocato penalista a Bologna.[16]

Note

  1. ^ Daniele Biacchessi, 2000
  2. ^ Mario Guarino, Fedora Raugei, 2006; Alessandro Silj, 1994
  3. ^ a b Vittorio Bonanni e Stefano Galieni, Strage di Bologna, Libero Mancuso, magistrato: «2 agosto, emblema dell'Antistato», su liberazione.it, 2 agosto 2010. URL consultato il 2 agosto 2021 (archiviato dall'url originale il 3 settembre 2012).; Daniele Biacchessi, 2001
  4. ^ a b Due Agosto, il pm Mancuso frena: «è un fuoco di paglia»
  5. ^ Dossier Uno Bianca, Mancuso a Bologna
  6. ^ «Mossa grave, dà legittimità a chi minaccia violenza» - Intervista a Libero Mancuso Archiviato il 4 maggio 2014 in Internet Archive.
  7. ^ Audizione di Libero Mancuso in Commissione Stragi (estratto)
  8. ^ a b Andreas Bschleipfer 2010
  9. ^ [1]Giovanni Palombarini 2006, Vittorio Agnoletto, Lorenzo Guadagnucci 2011
  10. ^ Giovanni Bianconi, 2005 Archiviato il 4 maggio 2014 in Internet Archive.; memoteca.it Archiviato il 26 luglio 2010 in Internet Archive.
  11. ^ Giovanni Palombarini 2006
  12. ^ "Quartieri a luci rosse a rotazione" Il comune di Bologna: lo stato ci autorizzi
  13. ^ Mancuso: «Liberiamo le lucciole, ma poi paghino le tasse», su lucciole.org. URL consultato il 4 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 4 maggio 2014).
  14. ^ La CdL: "Mancuso vuole legalizzare la prostituzione"
  15. ^ Manifesto elettorale di SeL
  16. ^ L'ex pm Mancuso: «Difendo l'uomo che arrestai, è una vittima»

Collegamenti esterni

  • Sito personale, su liberomancuso.it. URL consultato il 19 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2011).
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