Lucio Aradio Valerio Proculo

Lucio Aradio Valerio Proculo
Console dell'Impero romano
Lapide con dedica a Marte eretta da Aradio Proculo e da Aradio Rufino. Dalla casa degli Aradii, tra Porta Metronia e Porta Latina (zona ex-villa Grandi)
Nome originaleLucius Aradius Valerius Proculus
Titoli
  • comes di secondo ordine
  • comes di primo ordine
Preturapraetor tutelaris
Consolato340
ProconsolatoAfrica proconsolare
Legatus Augusti pro praetoreNumidia
Prefetto351–352 Urbis Romae
Procuratore
  • peraequator census della Gallaecia
  • praeses della Bizacena
  • consolare dell'Europa e Tracia
  • consolare della Sicilia
Sacerdozio
  • augure
  • pontefice maggiore
  • quindecemvir sacris faciundi
  • pontifex flavialis
Base di statua eretta in onore di Valerio Proculo (CIL VI, 1690) dal collegio dei commercianti di maiali e dei confezionatori di carne suina (Corpus suariorum et confectuariorum)

Lucio Aradio Valerio Proculo signo Populonio (latino: Lucius Aradius Valerius Proculus signo Populonius; ... – ...; fl. 336–352) è stato un politico romano di età imperiale, due volte praefectus urbi (337338 e 351352) e console (340).

Cariche ricoperte

Sul Celio, dove sorgeva la sua domus, sono state ritrovate diverse basi di statue a lui dedicate dai suoi clientes: due per opera del collegio dei commercianti di maiali e dei confezionatori di carne suina,[1] una dai cittadini di Puteoli di cui era patrono[2] e una dal collegio dei panificatori.[3] La base della prima di queste statue elenca alcuni suoi titoli religiosi e le magistrature che ricoprì fino al 340:

  • augure
  • pontefice maggiore
  • quindecemvir sacris faciundi
  • pontifex flavialis
  • praetor tutelaris
  • legato propretore della Numidia
  • peraequator census della Gallaecia
  • praeses della Bizacena
  • consolare dell'Europa e Tracia
  • consolare della Sicilia
  • comes di secondo ordine
  • comes di primo ordine
  • proconsole d'Africa
  • vice sacra iudicanti per le province dell'Africa proconsolare, Numidia, Bizacena, Tripolitana, Mauretania Sitifense, Mauretania Cesariense
  • prefetto del pretorio
  • comes di primo ordine presso il palazzo imperiale per la seconda volta
  • praefectus urbi di Roma
  • vice sacra iudicanti (per la seconda volta)
  • console ordinario.

Nel 351–352 ricoprì la carica di praefectus urbi per la seconda volta. Fu dunque una figura di grandissimo livello sotto l'imperatore Costantino I, come attestato anche da una lettera indirizzatagli dall'imperatore e conservata attraverso una copia marmorea nel Foro di Traiano (probabilmente collegata a un'altra statua dedicata a Proculo).[4]

Lucio Aurelio Avianio Simmaco gli dedicò un epigramma.

Note

  1. ^ CIL VI, 1690 (340) e CIL VI, 1693 (351-353)
  2. ^ CIL VI, 1691
  3. ^ CIL VI, 1692
  4. ^ CIL VI, 40776 (336–337).

Bibliografia

Fonti primarie

Fonti secondarie

Predecessore Console romano Successore
Costanzo II II,
Costante I
340
con Settimio Acindino
Antonio Marcellino,
Petronio Probino

Predecessore Praefectus urbi Successore
Ceionio Rufio Albino 10 marzo 337–14 gennaio 338 Mecilio Ilariano I
Clodio Celsino Adelfio 18 dicembre 351–9 settembre 352 Settimio Mnasea II
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