Monte delle Formiche

Monte delle Formiche
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Emilia-Romagna
Provincia  Bologna
Altezza638 m s.l.m.
CatenaAppennino tosco-emiliano (negli Appennini)
Coordinate44°19′09.94″N 11°23′06.97″E44°19′09.94″N, 11°23′06.97″E
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Italia
Monte delle Formiche
Monte delle Formiche
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Il monte delle Formiche è un rilievo facente parte del medio Appennino bolognese che occupa il territorio dei comuni di Pianoro e di Monterenzio.

Descrizione

Il monte comprende le vette di:

  • Monte delle Formiche (638 m)
  • Monte Lupo (458 m)

Si erge fra le valli del torrente Idice (a destra) e del suo principale affluente del tratto montano, il torrente Zena (a sinistra).


Punti di interesse

Castello di Zena

Alla base del Monte delle Formiche, nei pressi del torrente omonimo, si trova il Castello di Zena. L'edificio è di origini medioevali, ma la sua architettura ha elementi compositi del XIV e XVII secolo.[1][2]

Santuario

Vista invernale del santuario

Il curioso nome di questo monte è legato a un fenomeno che annualmente si verifica su di esso; intorno all'8 settembre, il giorno della festa della Madonna cui è dedicato un santuario presso la cima della montagna, sciami di formiche alate (Myrmica scabrinodis) raggiungono la vetta e quivi muoiono. L'evento, di cui si ha testimonianza fin da tempi antichissimi, giacché nel Quattrocento la chiesa era denominata Santa Maria Formicarum, ha assunto col tempo una valenza quasi miracolosa, una sorta di omaggio della natura alla Madonna.

Nel Santuario, sotto l'immagine della Vergine, è riprodotto un distico latino che recita[3]:

(IT)

«ansiose volano le formiche all'altare della Vergine, pur sapendo che ai suoi piedi moriranno»

(LA)

«centatim volitant formicae ad Virginis aram quo que illam voliant vistmae tatque cadunt»

L'8 settembre è tradizione che gli insetti vengano benedetti e donati ai fedeli (la credenza popolare vuole che curino alcuni malanni).

Grotta dell'eremita

Nelle vicinanze è ancora visibile la grotta dove visse un eremita di nome Barberius nel XVI secolo (anche se recentemente compromessa da una frana).[4][5]

Albero Monumentale

Nei pressi del santuario si trova anche un faggio monumentale.[6]

Note

  1. ^ Il Castello Di Zena, su montedelleformiche.it, Associazione Parco Museale Val di Zena. URL consultato il 26 ottobre 2019 (archiviato il 6 febbraio 2019).
  2. ^ Enrico Saviozzi, Il Giardino del Castello di Zena, su montedelleformiche.it, Associazione Parco Museale Val di Zena. URL consultato il 26 ottobre 2019 (archiviato il 16 gennaio 2012).
  3. ^ Monte Delle Formiche... e la Val di Zena (Pianoro - Bologna), su montedelleformiche.it, Associazione Parco Museale Val di Zena. URL consultato il 26 ottobre 2019 (archiviato il 30 gennaio 2019).
  4. ^ La Grotta Di Barberio, su Monte delle Formiche. URL consultato il 6 maggio 2020 (archiviato il 26 ottobre 2019).
  5. ^ Gabriele Zompì, È festa grande al santuario della Madonna delle formiche, su Ilcomuneinforma.it. URL consultato il 6 maggio 2020 (archiviato il 10 aprile 2019).
  6. ^ Monica Palazzini, Willer Simonati e Stefania Vecchio, I grandi alberi dell’Emilia-Romagna (PDF), in storie naturali, rivista delle Aree Protette dell’Emilia-Romagna, n. 9, 2015, p. 28.

Bibliografia

  • R. Della Casa, Note storiche. S. Maria di Zena detta anche Monte delle formiche. Castello di Zena, Tip. Arcivescovile, Bologna 1913.
  • Orfeo Facchini - Gaetano Marchetti, Monte delle Formiche. Note storiche su un antico luogo sacro pagano e sul Santuario dedicato alla Natività di Maria, Renografica, Bologna 1990.
  • Serafino Calindri, Dizionario corografico, georgico, orittologico, storico ec. ec. ec. della Italia: Montagna e collina del territorio bolognese parte quinta., Bologna, stamperia di S. Tommaso d'Aquino, 1783, p. 327 e seguenti.

Voci correlate

  • Val di Zena

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Collegamenti esterni

  • Associazione per la gestione, salvaguardia e valorizzazione del Parco Museale della Val di Zena, su parcomusealedellavaldizena.it, Associazione Parco Museale della Val di Zena. URL consultato il 26 ottobre 2019 (archiviato l'8 luglio 2016).
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