Antennaria carpathica
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Sempiterni del calcare | |
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Antennaria carpathica | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi II |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Asteroideae |
Tribù | Gnaphalieae |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Asteridae |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Asteroideae |
Tribù | Inuleae |
Genere | Antennaria |
Specie | A. carpathica |
Nomenclatura binomiale | |
Antennaria carpathica (Wahlenb.) Bluff. & Fingerh., 1825 | |
Nomi comuni | |
Antennaria dei Carpazi |
I Sempiterni del calcare (nome scientifico Antennaria carpathicam (Wahlenb.) Bluff. & Fingerh., 1825) sono delle piante erbacee perenni delle alte quote alpine appartenenti alla famiglia delle Asteraceae.
Etimologia
Il nome del genere (Antennaria) deriva dal latino ”antenna” a causa dell'aspetto a piumetto setaceo dei peli del pappo, molto simili alle antenne di alcune farfalle[1]. L'epiteto specifico (carpathica) deriva dalla zona di origine di questa pianta (i monti Carpazi). Il termine comune (semprevivi o sempiterni) deriva dal fatto che i capolini anche dopo raccolti rimangono compatti e rigidi per un lungo tempo.
Il binomio scientifico attualmente accettato (Antennaria carpathicam) è stato proposto inizialmente dal botanico e micologo svedese Göran Wahlenberg (1780 – 1851), perfezionato in seguito, con successivi studi, dai botanici Bluff Joseph Mathias (1805-1837) e Anton Carl Fingerhuth (1802-1876) nella pubblicazione ”Compendium Florae Germaniae” del 1825[2].
Descrizione
Sono piante non molto alte: 5 – 15 cm (al massimo 24 cm). Sono inoltre classificate come monoiche: ogni pianta ha un solo genere di fiori (o maschili o femminili). La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia sono piante erbacee perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, dotate di un asse fiorale eretto e spesso con poche di foglie. Tutta la pianta è più o meno bianco-tomentosa.
Radici
Le radici sono secondarie da fittone.
Fusto
- Parte ipogea: la parte sotterranea è fittonante.
- Parte epigea: la parte aerea del fusto è eretta, ascendente e semplice. Non è una pianta stolonifera come l'Antennaria dioica che emette polloni aerei fogliosi[3].
Foglie
Le foglie basali sono bianco-tomentose sono intere a forma da lineare-lanceolata a oblanceolata con apice acuto; sono inoltre tri-nervie. Quelle lungo il caule sono disposte in modo alterno, sono più o meno simili a quelle basali ma progressivamente più ridotte, la superficie di sotto è più cotonosa. Dimensione delle foglie basali: larghezza 5 – 8 mm; lunghezza 25 – 45 mm.
Infiorescenza
Le infiorescenze sono formate da pochi capolini riuniti in una fascetta terminale, sono bianco-grigiastri (la colorazione è data dall'involucro di brattee e non dalla corolla). La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: esternamente si ha un involucro cilindrico composto da diverse squame che fanno da protezione al ricettacolo sul quale s'inseriscono due tipi di fiori: i fiori esterni ligulati (assenti in questo genere), e i fiori del disco centrale tubulosi. In particolare i fiori per ogni capolino sono o solo maschili o solo femminili (piante monoiche). Le squame (o brattee) sono scariose e colorate di bruno paglierino chiaro. Dimensione dei capolini: larghezza 4 – 6 mm; lunghezza 10 mm.
Fiore
I fiori sono attinomorfi. Sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi)[4].
- Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:
- * K 0/5, C (5), A (5), G (2), infero, achenio[5]
- Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame quasi inesistenti.
- Corolla: i petali della corolla sono 5; i fiori sono saldati a tubo e terminano in cinque denti. I fiori femminili sono purpurei, quelli maschili sono biancastri.
- Androceo: gli stami (5) hanno delle antere acute e caudate alla base; sono saldate e formano una specie di manicotto avvolgente lo stilo[6]. I granuli pollinici possiedono uno strato basale spesso e regolarmente perforato[7].
- Gineceo: i carpelli sono due e formano un ovario bicarpellare infero uniloculare. Lo stilo è unico con linee stigmatiche marginali[7], appiattito (senza appendici) e terminante in uno stigma bifido.
- Fioritura: da giugno ad agosto.
Frutti
I frutti sono degli acheni con un pappo formato da peli semplici di colore bianco o giallastro. Lunghezza dell'achenio: 1,5 mm.
Biologia
- Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
- Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
- Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento per merito del pappo – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Distribuzione e habitat
- Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Orofita – Sud Est Europeo
- Distribuzione: in Italia si trova solo al nord nelle Alpi e all'estremo nord degli Appennini, ed è considerata una specie rara. Sempre nelle Alpi ma oltreconfine si trova ovunque, mentre sugli altri rilievi europei si trova nel Massiccio del Giura, Pirenei e monti Carpazi.
- Habitat: l'habitat tipico sono i pascoli subalpini e alpini. Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo con pH neutro, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco
- Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 2000 fino a 2500 m s.l.m. (raramente fino a 3000 m s.l.m.); frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: alpino e in parte subalpino.
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale[9]:
- Formazione: delle comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite.
- Classe: Carici rupestris – Kobresietea bellardii
- Ordine: Oxytropido-Elynetalia
- Alleanza: Oxytropido-Elynion
- Ordine: Oxytropido-Elynetalia
- Classe: Carici rupestris – Kobresietea bellardii
- Formazione: delle comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite.
Tassonomia
La famiglia di appartenenza di Antennaria carpathica (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23000 specie distribuite su 1535 generi[10] (22750 specie e 1530 generi secondo altre fonti[11]). Il genere di questa specie non è molto numeroso: una ventina di specie circa.
Il basionimo per questa specie è: Gnaphalium carpaticum Wahlenb. (1814)[9].
Il numero cromosomico di A. carpathica è: 2n = 56[12].
Variabilità
Questa pianta è poliploide (il numero cromosomico è alto) per cui è abbastanza variabile. La variabilità si manifesta nella lanosità generale della pianta e soprattutto nelle foglie che possono essere anche più o meno larghe (in genere le popolazioni dei Carpazi hanno foglie più larghe: 5,5 – 8,5 mm). Di questa pianta sono descritte le seguenti varietà o specie simili (a seconda dei vari autori)[13]:
- Antennaria lanata (Hook.) Greene: le foglie si presentano lanose su entrambe le facce; è una specie esclusiva dell'America Settentrionale.
- Antennaria helvetica Chrtek & Pouz.: la superficie superiore delle foglie è glabrescente; le foglie basali sono lievemente più strette (2 – 4,5 mm); si trova nelle Alpi Svizzere.
Per alcuni autori tuttavia queste entità rientrano nella variabilità individuale e sono quindi prive di valore tassonomico.
Il seguente elenco di varietà è tratto da alcune checklist Nord Americane[12]:
- var. humilis Hook. (1834)
- var. laestadiana Trautv.
- var. lanata Hook. (1834)
- var. pulcherrima Hook. (1834)
Sinonimi
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:
- Antennaria helvetica Chrtek & Pouz. (nominativo incluso in A. carpathica)
- Antennaria lanata Chrtek & Pouz., non Greene
Specie simili
L'altra specie di questo genere (Antennaria dioica) presente in Italia può essere confusa con i “Sempiterni del calcare”; si distingue comunque per le foglie ad apice appuntito, la presenza di un rizoma strisciante e la colorazione più rosata nei capolini femminili; inoltre vegeta a quote più basse.
Note
- ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 29 gennaio 2011.
- ^ eFloras - Flora of North America, su ipni.org. URL consultato il 29 gennaio 2011.
- ^ Motta, Vol. 1 - p. 142.
- ^ Pignatti, Vol. 3 - p. 1.
- ^ Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 20 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2011).
- ^ Pignatti, vol. 3 - pag. 31.
- ^ a b Botanica Sistematica, p. 522.
- ^ Checklist of the Italian Vascular Flora, p. 53.
- ^ a b c Flora Alpina, Vol. 2 - p. 452.
- ^ Botanica Sistematica, p. 520.
- ^ Strasburger, vol. 2 - p. 858.
- ^ a b Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 30 gennaio 2011.
- ^ Pignatti, vol. 3 - pag. 35.
Bibliografia
- Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore. Volume primo, 1960, p. 140.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume terzo, Bologna, Edagricole, 1982, p. 35, ISBN 88-506-2449-2.
- D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina. Volume secondo, Bologna, Zanichelli, 2004, p. 452.
- 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
- Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Volume 2, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
- Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
- F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 53, ISBN 88-7621-458-5.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- Antennaria carpathica Flora delle Alpi Marittime Database
- Antennaria carpathica Flora Europaea (Royal Botanic Garden Edinburgh) Database
- Antennaria carpathica IPNI Database
- Antennaria carpathica Flora Italiana - Schede di botanica
- Antennaria carpathica Tropicos Database
- (EN) Antennaria carpathica, su ZipcodeZoo Database. URL consultato il 28 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 12 aprile 2013).