Field holler

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Per field holler, anche abbreviato holler, field call o shout, si intende un tipo di canto di lavoro, solitamente a voce sola, popolare tra gli schiavi afroamericani impegnati nei campi di lavoro (e successivamente dagli afroamericani costretti ai lavori forzati per aver trasgredito le leggi sul vagabondaggio). I field holler si diffusero principalmente tra i braccianti nei campi di cotone, di mais e nelle piantagioni di riso e zucchero e venivano usati per trasmettere il senso di angoscia provato da un uomo impegnato nel lavoro nei campi e come portatore di messaggi in codice da comunità a comunità.[1][2][3]

La prima descrizione pervenutaci dedicata ai field holler risale al 1853 e le loro prime registrazioni risalgono agli anni 1930. L'holler è strettamente imparentato con la forma musicale del botta e risposta, le work songs e gli arhoolies. I field holler contribuì alla definizione della prima musica afroamericana, ispirando il blues e gli spiritual.[4]

In qualche circostanza, i field holler ebbero una certa fortuna tra i coltivatori di avena bianca che erano a stretto contatto con gli schiavi neri.[5]

Note

  1. ^ (EN) A History of African American Music, su carnegiehall.org. URL consultato il 16 maggio 2023 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2012).
  2. ^ Dario Giardi, Viaggio tra le note - I segreti della teoria e dell’armonia musicale, EMIL, 2017, p. 28.
  3. ^ Gunther Schuller, M. Piras, Il jazz. Il periodo classico. Gli anni Venti, EDT, 1996, p. 189.
  4. ^ (EN) Honkers and Shouters: The Golden Years of Rhythm & Blues, Macmillan, 1978, p. 3.
  5. ^ (EN) Ray B. Browne, The Journal of American Folklore, 1954, pp. 73–77.

Voci correlate

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