Kanō Masanobu

Kanō Masanobu[2] (狩野 正信?) (1434 – 1530) è stato un pittore giapponese; nominato pittore ufficiale di corte dagli shōgun Ashikaga, è generalmente considerato il fondatore della scuola pittorica Kanō di Kyoto[1].

Zhou Maoshu ammira i fiori di loto, rotolo verticale di Kanō Masanobu – Opera designata Tesoro nazionale – conservata al Museo nazionale del Kyushu

Biografia

Il padre di Masanobu, Kanō Kagenobu, era un samurai e pittore autodidatta e sembra provenisse dalla regione del Kantō[3]. Come molti altri artisti del periodo Masanobu fu influenzato dallo stile del monaco pittore Tenshō Shūbun e secondo alcune fonti pare che abbia ricevuto i rudimenti delle tecniche pittoriche da Shūbun stesso[4]. Pur non essendo egli stesso un seguace dello Zen, Kanō Masanobu si dedicò alla pittura sia di soggetti Zen in stile cinese ad inchiostro nero sia di icone e ritratti a soggetto buddista con pittura policroma[5].

Poche le opere a lui sicuramente attribuite che sono giunte fino a noi tra cui Zhou Maoshu ammira i fiori di loto[6] Kanō Masanobu fu pittore ufficiale(御用絵師, goyō eshi) di numerosi governi dello shogunato Ashikaga, nominato inizialmente da Ashikaga Yoshimasa succedendo al pittore Sōtan nel ruolo[7]. Infatti, sebbene il padre di Masanobu fosse un samurai, la famiglia era periferica rispetto ai centri di potere e non aveva una posizione ufficiale a corte. La sua nomina a corte, la prima di un pittore che non fosse un seguace della religione Zen, fu probabilmente il risultato di capacità artistiche ma anche di abilità relazionali. L’incarico gli guadagnò anche alcune critiche; l’aristocratico Shūzan Tōki espresse disdegno nei suoi confronti in quanto non appartenente a famiglia ammessa a corte e probabilmente insufficientemente esperto nella pittura yamato-e[8].

Stile e influenza artistica

Masanobu fu artista eclettico e combinò diversi stili e tecniche pittoriche; elaborò opere con la tecnica dello sumi-e o della pittura ad inchiostro che era considerata all’epoca la forma artistica più nobile[9], di derivazione dalla pittura cinese. Alle opere in sumi-e aggiunse però un tratto tipicamente giapponese di ritrarre forme più precise e definite dalla linea di contorno. Con la tecnica della policromia dipinse icone e soggetti buddisti e ritratti.[10]

Masanobu fondò a Kyoto un proprio laboratorio pittorico che da lui prese nome di scuola Kanō e fu il capostipite di generazioni di artisti professionisti della propria famiglia. Lo stile pittorico della scuola Kanō divenne lo stile prevalente per oltre 400 anni dall’epoca di Masanobu fino alla Restaurazione Meiji nel 1868.

Sebbene sia stato Masanobu ad avviare e fondare la scuola Kanō, ciò che definì e distinse principalmente lo stile Kanō non è da attribuirsi all'influenza artistica di Masanobu, piuttosto a quella di suo figlio Kanō Motonobu che ereditò dal padre sia la posizione a corte che il laboratorio di pittura.[11]

Note

  1. ^ Miyeko Murase, 1992 – pag 163
  2. ^ Per i biografati giapponesi nati prima del periodo Meiji si usano le convenzioni classiche dell'onomastica giapponese, secondo cui il cognome precede il nome. "Kanō" è il cognome.
  3. ^ Brigde of Dreams – pag 127
  4. ^ William E Deal, 2006 – pag. 33
  5. ^ Miyeko Murase, 1992 – pag 164
  6. ^ Robert T. Paine, 1981 – pag 177-178
  7. ^ Kidder E, 2002 – pag 266
  8. ^ Quitman E. Phillips, 2000 - pag. 41-42
  9. ^ Kidder, E 2002 – pag 266
  10. ^ Miyeko Murase, 1992 – pag 165
  11. ^ William E. Deal, 2006 - pag 292

Bibliografia

  • Miyeko Murase, Storia Universale dell'Arte, Il Giappone, Torino, UTET, 1992, ISBN 88-02-04495-3.
  • J Edward Kidder, Giappone : Arte storia civiltà, Milano, Elekta, 2002, ISBN 88-435-9820-1.
  • (EN) William Deal, Handbook to Life in Medieval and Early Modern Japan, Oxford, Oxford University Press, 2006, ISBN 978-0195331264.
  • (EN) Robert T. Paine e Alexander Coburn Soper, The Art and Architecture of Japan, Lomdon, Penguin Books, 1955, ISBN 978-0140561081.
  • (EN) Phillips E. Quitmann, The Practices of Painting in Japan, 1475–1500, Stanford, Stanford University Press, 2000, ISBN 978-0804734462.
  • (EN) Bridge of dreams: the Mary Griggs Burke collection of Japanese art, dal catalogo del Metropolitan Museum of Art, su libmma.contentdm.oclc.org. URL consultato il 20 novembre 2018.

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Collegamenti esterni

  • (EN) Museo digitale del Giappone – Opera Zhou Maoshu ammira i fiori di loto, su emuseum.nich.go.jp.
  • (EN) Museo digitale del Giappone – Due paesaggi ad inchiostro, su emuseum.nich.go.jp.
  • (EN) Kano School su Metropolitan Museum of Art, su metmuseum.org.
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