Patriarcato di Antiochia

La chiesa di San Pietro, dove l'apostolo avrebbe predicato per la prima volta la Buona Novella nella Antiochia romana.

Il titolo di patriarca di Antiochia, città dell'odierna Turchia, è posseduto tradizionalmente dal vescovo di Antiochia di Siria, antica sede apostolica.

Attualmente cinque vescovi di Chiese diverse portano tale titolo. Nessuno di questi risiede effettivamente ad Antakya: nel corso dei secoli, infatti, le sedi apostoliche di Antiochia sono state trasferite a causa di persecuzioni e scismi.

Vescovi di Antiochia

Evodio, secondo vescovo di Antiochia e successore di Simon Pietro, in un dipinto italiano del XVII secolo

Se ci sono due date, la prima segue la tradizione calcedonese, la seconda quella non calcedonese.

  • San Pietro † (circa 42 - 54, o 37 - 67)
  • Sant'Evodio † (circa 54 - 68, o 67 - 68)
  • Sant'Ignazio † (circa 68 - 100, o 68 - 107)
  • Sant'Erone † (circa 100 - 127, o 107 - 127)
  • San Cornelio † (circa 127 - 151, o 127 - 154)
  • Sant'Eros † (circa 151 - 169, o 154 - 169)
  • San Teofilo † (circa 169 - 182)
  • San Massimo I † (circa 188 - 191, o 182 - 191)
  • San Serapione † (circa 191 - 212, o 191 - 211)
  • Sant'Asclepiade † (circa 212 - 218, o 211 - 220)
  • Fileto † (circa 218 - 231, o 220 - 231)
  • Zebino o Zenobio † (circa 231 - 240, o 231 - 237)
  • San Babila † (circa 240 - 253, o 237 - 251)
  • Fabio † (circa 253 - 256, o 251 - 254)
  • San Demetriano † (circa 256 - 263, o 254 - 260)
  • Amfilochio † (circa 263 - 267)[1]
  • Paolo I † (circa 267 - 270, o 260 - 268)
  • Domno † (circa 270 - 273, o 268 - 273)
  • Timeo † (circa 273 - 277, o 273 - 282)
  • San Cirillo I † (circa 277 - 299, o 283 - 303)
  • Tiranno † (circa 308 - 313, o 304 - 313)
  • Vitale I † (313 - 318)
  • San Filogonio † (318 - 323)

Patriarchi di Antiochia (325-512)

Il concilio di Nicea I (325) riconobbe Antiochia come sede di patriarcato, assieme a Roma e Alessandria d'Egitto[2].

Un'icona di Eustazio, il primo patriarca di Antiochia

Durante la crisi ariana del IV secolo

Avvertenza: se ci sono due date, la prima segue la tradizione calcedonese, la seconda quella non-calcedonese.

  • Sant'Eustazio † (circa 324–circa 330 deposto)
  • Paolino I di Tiro † (circa 330), vescovo semi-ariano[3]
  • Eulalio † (circa 331332 deceduto), vescovo semi-ariano
  • Eufronio † (circa 333334 deceduto), vescovo semi-ariano
  • Flacillo † (circa 334343 deceduto), vescovo semi-ariano
  • Stefano † (343–estate 344 deposto), vescovo semi-ariano
  • Leonzio l'Eunuco † (344–circa 358 deceduto), vescovo ariano[4]
  • Eudossio di Germanicia † (circa 358359 deposto), vescovo ariano[5]
  • Anniano † (359 deposto), vescovo semi-ariano
  • Scisma meleziano:

Patriarchi del V secolo

Con Flaviano I (che morì nel 404) si ricostituisce l'unità del Patriarcato.

Durante la crisi fra ortodossi e monofisiti (469-512)

Fonte: Venance Grumel, Traité d'études byzantines, vol. I : « La chronologie », Presses universitaires de France, Paris 1958, pp. 446-447.

  • Pietro Fullo † (469-471 deposto), non calcedonese
  • Giuliano † (471 - 476 deposto), calcedonese
  • Pietro Fullo † (476 deposto) (per la seconda volta), non calcedonese
  • Giovanni II Codonato † (fine 476 - inizio 477 deposto)
  • Stefano II † (primavera 477 - 479 deceduto), calcedonese[11]
  • Calendione † (479 - 484 deposto), calcedonese
  • Pietro Fullo † (485 - 488 deceduto) (per la terza volta), non calcedonese
  • Palladio † (489 - 498 deceduto), calcedonese, però accettò l'Enotico di Zenone
  • Flaviano II † (498 - autunno 512 deposto), calcedonese, però accettò l'Enotico di Zenone

Divisione definitiva del patriarcato (dopo il 512)

Patriarchi della Chiesa greco-ortodossa di Antiochia

Lo stesso argomento in dettaglio: Patriarchi della Chiesa greco-ortodossa di Antiochia.

Patriarchi della Chiesa ortodossa siriaca

Lo stesso argomento in dettaglio: Patriarchi della Chiesa ortodossa siriaca.

Patriarchi della Chiesa maronita

Patriarchi della Chiesa latina

Patriarchi della Chiesa cattolica sira

Patriarchi della Chiesa cattolica greco-melchita

Note

  1. ^ Vescovo riconosciuto solo dai calcedoniani.
  2. ^ Il successivo concilio di Costantinopoli I del 381 riconobbe anche Costantinopoli come sede di patriarcato e il concilio di Calcedonia del 451 anche Gerusalemme.
  3. ^ I vescovi successori di Eustazio, benché eletti legittimamente, furono sostenitori di Eusebio di Cesarea di tendenze semi-ariane. I sostenitori di Eustazio, esiliato in Tracia, si raccolsero attorno ad un altro Paolino, prete.
  4. ^ A differenza dei loro predecessori, Leonzio e Eudossio sostennero con più energia l'arianesimo puro contro Atanasio di Alessandria.
  5. ^ Eletto vescovo di Costantinopoli nel 360.
  6. ^ Esiliato in più occasioni (360, 365 e forse 371), fino alla sua morte nel 381, Melezio fu considerato l'unico vescovo legittimo di Antiochia dai sostenitori della corrente nicena.
  7. ^ Paolino fu consacrato vescovo da Lucifero di Cagliari.
  8. ^ Zio del successore, fu condannato nel primo concilio di Efeso sulla controversia nestoriana.
  9. ^ Deposto dal secondo concilio di Efeso.
  10. ^ Nel 451 dal Patriarcato si distacca la chiesa autocefala cipriota.
  11. ^ L'esistenza di uno Stefano III, successore di Stefano II, è messa in discussione (Grumel, p. 447).

Voci correlate

Collegamenti esterni

  • Cronologia del Patriarcato di Antiochia, su atlasofchurch.altervista.org.
  • (EN) Breve storia del Patriarcato di Antiochia: fondato dai Santi Pietro e Paolo, su Arcidiocesi Cristiana Ortodossa Antiochena del Nord America. URL consultato il 13 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 21 luglio 2012).
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