Tenayuca

Tenayuca
Piramide azteca di Tenayuca
Localizzazione
StatoBandiera del Messico Messico
Amministrazione
Sito webwww.gobiernodigital.inah.gob.mx/ZonasArqueologicas/todas/htme/za00907.html
Mappa di localizzazione
Map
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Coordinate: 19°31′57.08″N 99°10′06.69″W / 19.532522°N 99.168525°W19.532522; -99.168525

Tenayuca (nahuatl: tenanyōcān) è un sito archeologico mesoamericano precolombiano situato nella valle del Messico.

Durante il periodo mesoamericano postclassico Tenayuca era un insediamento sulle rive del ramo occidentale del lago di Texcoco, circa 10 km a nord-ovest di Tenochtitlán (cuore dell'odierna Città del Messico). Tenayuca viene considerata la prima capitale dei Chichimechi, tribù nomadi migrate ed insediatesi nella valle del Messico, dove stabilirono i propri regni.[1]

Etimologia

Il termine Tenayuca significa luogo murato in lingua nahuatl.[1]

Posizione geografica

La piramide di Tenayuca si trova a San Bartolo Tenayuca, in Tlalnepantla de Baz, nello Stato del Messico.[1] È stata assorbita dall'esplosione urbana della zona Metropolitana di Città del Messico.

Storia

Secondo alcune tradizioni storiografiche, Tenayuca sarebbe stata fondata attorno al 1224 da Xolotl, un re semi-leggendario di una tribù "chichimeca" insediata nella valle del Messico poco dopo l'inizio del XII secolo, quando collassò l'egemonia della precedente civiltà dominante della valle, l'impero tolteco di Tula.[2] A Xolotl successe Nopaltzin, il quale consolidò il regno chichimeco. Il figlio, Tlotzin, divenne signore di Tenayuca. Quando morì Nopaltzin, il successore Quinatzin spostò la sede del potere a Texcoco, relegando Tenayuca a sito di importanza secondaria.[1]

Statua xiuhcoatl a Tenayuca, risalente al periodo azteco

I resti archeologici recuperati a Tenayuca indicano un'attività che si protraeva fin dal periodo classico, molto prima della fondazione descritta nei documenti storici del tempo. La sua popolazione aumentò all'inizio del post-classico, continuando ad incrementare dopo la caduta di Tula, quando Tenayuca divenne un importante centro di potere regionale.[3]

Alla fine del XIII secolo, poco dopo l'arrivo dei Chichimechi a Tenayuca, Tochintecuhtli[4], regnante di Tenayuca, si alleò con Huetzin, signore degli Acolhua di Coatlichán, ed insieme dominarono la parte centrale della valle del Messico, spingendosi a nord-est fono a Tulancingo. Alla metà del XIV secolo il potere di Tenayuca era già scemato, e la città fu conquistata e sostituita nella gestione del potere da Azcapotzalco.[5] Attorno al 1434 Tenochtitlan conquistò Tenayuca, assorbendola all'interno dell'impero azteco.[6]

Al tempo della conquista spagnola Tenayuca era ancora occupata, e nel 1520 vi fu una battaglia.[2] Il conquistador Bernal Díaz del Castillo parla di Tenayuca come della "città dei serpenti".[7]

Ad un certo punto il sito fu abbandonato. Fu scoperto durante alcuni scavi effettuati dagli archeologi messicani nel 1925.[2]

Genesi dell'architettura sacra azteca

L'architettura dei templi aztechi si sviluppò principalmente a Tenayuca, che presenta il più antico esemplare della tipica doppia piramide azteca, che consiste di un singolo basamento che ospita due templi. Dopo la caduta di Tenayuca sotto al dominio azteco, gli Aztechi utilizzarono questo stile rivoluzionario per il culto dei propri dei.[8]

Il tempio di Tenayuca si è conservato meglio di quello simile di Tlatelolco, ed i suoi muri di serpente restano per buona parte intatti su tre lati della base della piramide.[2][9]

Disposizione del sito e descrizione

Base della piramide azteca di Tenayuca, ornata con una fila di sculture di serpenti a sonagli, noti come coatepantli in lingua nahuatl

Il sito è composto da una massiccia piattaforma piramidale con una doppia scala che risale il lato occidentale, fin dove si trovano i templi gemelli di Tlaloc e Huitzilopochtli. Quello di Tlaloc è sul lato settentrionale della piramide, mentre quello di Huitzilopochtli si trova a sud. Alcuni gradini del tempio sono scolpiti con glifi raffiguranti gli anni, quali coltelli, cerchi e scudi.[1] A sud della scala, al piano terra, si trova una piattaforma con sculture di ossa incrociate e teschi..[2]

Come molti altri templi mesoamericani, si trovano molte fasi di costruzione una sull'altra. Nel caso di Tenayuca la dimensione dell'edificio è cresciuta in sei fasi, anche se la forma originaria è rimasta immodificata. L'originale doppia piramide è stata ampliata cinque volte, la prima probabilmente nel 1299, e poi ad intervalli di 52 anni. L'ultima fase di costruzione è probabilmente databile al 1507 emisura 62x50 metri. L'influenza dell'architettura azteca è ben visibile fin dal terzo stadio di costruzione (1351), con i seguenti che sono in puro stile azteco come dimostrato dalle forme inclinate della piramide rispetto ai muri verticali dei primi lavori.[1][2]

La piramide è circondata da un coatepantli (termine nahuatl per "muro di serpenti"), una bassa piattaforma con 138 sculture in pietra raffiguranti serpenti. Un tempo queste sculture erano ricoperte di gesso e colorate in varie tinte, con le scale nere. Sui lati settentrionale e meridionale della piramide, al piano terra, si trovano due sculture di serpenti arrotolati. Le creste sulle loro teste hanno segni indicanti le stelle, che li identificano come Xiuhcoatl (il serpente di fuoco). Tutte le sculture di serpenti attorno alla piramide vengono associate con il fuoco e con il culto del sole.[1][2]

Ci sono numerosi altari e santuari nelle vicinanze, anch'essi scavati, ed alcuni di loro contengono sculture di serpenti.[7]

A 200 metri dalla piramide principale di Tenayuca si trovano i resti di quello che sembra essere stato un complesso residenziale per le classi privilegiate, in cui sono sopravvissuti i pavimenti in gesso di alcune stanze Quest'area viene chiamata Tenayuca II dagli archeologi, e sembra aver attraversato varie fasi di costruzione.[1]

La piramide di Tenayuca è sotto la gestione dell'Instituto Nacional de Antropología e Historia ed è aperta al pubblico.

Galleria d'immagini

  • Vista del lato settentrionale
    Vista del lato settentrionale
  • Vista del lato orientale
    Vista del lato orientale
  • Parte del muro dei serpenti, o coatepantli, sul lato settentrionale
    Parte del muro dei serpenti, o coatepantli, sul lato settentrionale
  • Interno del museo della piramide
    Interno del museo della piramide
  • Mostra museale dei glifi degli insediamenti
    Mostra museale dei glifi degli insediamenti
  • Scultura di serpente arrotolato sull'altare settentrionale
    Scultura di serpente arrotolato sull'altare settentrionale
  • Altare settentrionale sul lato della piramide. La scultura a serpente si trova tra le due piattaforme
    Altare settentrionale sul lato della piramide. La scultura a serpente si trova tra le due piattaforme
  • Questo altare, decorato con teschi ed ossa incrociate, fu trovato nella base della piramide con resti di ossa umane
    Questo altare, decorato con teschi ed ossa incrociate, fu trovato nella base della piramide con resti di ossa umane
  • Porzione sud-occidentale del coatepantli
    Porzione sud-occidentale del coatepantli
  • Serpente arrotolato sul lato meridionale
    Serpente arrotolato sul lato meridionale

Note

  1. ^ a b c d e f g h Tenayuca su sito della INAH Archiviato il 27 luglio 2009 in Archive.is.
  2. ^ a b c d e f g Kelly 2001, pp. 92–93
  3. ^ Davies 1982, 1990, p166
  4. ^ Signore Coniglio in lingua nahuatl
  5. ^ Davies 1982, 1990, p167
  6. ^ Hassig 1988, p.152
  7. ^ a b Smith 1996, 2003, p.41
  8. ^ Matos Moctezuma 2002, p57
  9. ^ Davies 1982, 1990, p232

Bibliografia

  • Manuel Aguilar-Moreno, Aztec Art (PDF), su Aztec Art and Architecture, Foundation for the Advancement of Mesoamerican Studies, Inc. (FAMSI), 2007. URL consultato il 27 giugno 2008 (archiviato dall'url originale il 25 giugno 2008).
  • Frances F. Berdan, Richard Blanton, Elizabeth Hill Boone, Mary G. Hodge, Michael Ernest Smith e Emily Umberger, Aztec Imperial Strategies, Washington, Dumbarton Oaks Research Library and Collection, 1996, ISBN 0-88402-211-0, OCLC 27035231.
  • Elizabeth Hill Boone, Stories in Red and Black: Pictorial Histories of the Aztec and Mixtec, Austin, University of Texas Press, 2000, ISBN 0-292-70876-9, OCLC 40939882.
  • Charles Étienne Brasseur de Bourbourg, Histoire des nations civilisées du Mexique et de l’Amérique-Centrale, durant les siècles antérieurs à Christophe Colomb, écrite sur des documents originaux et entièrement inédits, puisés aux anciennes archives des indigènes; vol. 2, Libraire de la Société de Géographie, Paris, Arthus Bertrand, 1858, OCLC 1885747.
  • Nigel Davies, The Ancient Kingdoms of Mexico, Pelican Books series, 1990 reprint, Harmondsworth, Penguin Books, 1982, ISBN 0-14-022232-4, OCLC 11212208.
  • Ross Hassig, Aztec Warfare: Imperial Expansion and Political Control, Civilization of the American Indian series, no. 188, Norman, University of Oklahoma Press, 1988, ISBN 0-8061-2121-1, OCLC 17106411.
  • Ross Hassig, Time, History, and Belief in Aztec and Colonial Mexico, Austin, University of Texas Press, 2001, ISBN 0-292-73139-6, OCLC 44167649.
  • Joyce Kelly, An Archaeological Guide to Central and Southern Mexico, Norman, University of Oklahoma Press, 2001, ISBN 0-8061-3349-X.
  • Eduardo Matos Moctezuma, Aztecs, Londra, Royal Academy of Arts, 2002, ISBN 1-903973-22-8, OCLC 56096386.
  • Michael E. Smith, The Aztecs, second, Malden, Oxford e Carlton, Blackwell Publishing, 1996, 2003, ISBN 0-631-23016-5, OCLC 59452395.
  • Alexis Wimmer, Dictionnaire de la langue nahuatl classique, su sites.estvideo.net, 2006. URL consultato il 27 giugno 2008.

Voci correlate

  • Teopanzolco
  • Tlatelolco (sito archeologico)

Altri progetti

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Collegamenti esterni

  • Sito ufficiale, su gobiernodigital.inah.gob.mx. Modifica su Wikidata
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