Limite di funzioni a più variabili

In analisi matematica, il limite di funzioni a più variabili è un caso particolare del concetto generale di limite di una funzione, applicato a funzioni del tipo:

f : X R m {\displaystyle f:X\to \mathbb {R} ^{m}}

dove X {\displaystyle X} è un sottoinsieme dello spazio euclideo n {\displaystyle n} -dimensionale R n {\displaystyle \mathbb {R} ^{n}} .

Il limite di una funzione a più variabili è spesso calcolato con criteri ad hoc e presenta aspetti specifici, non presenti per una funzione qualsiasi.

Definizione

La definizione di limite per una funzione a più variabili segue da quella più generale per funzioni fra spazi metrici. In particolare, una funzione f : X R m {\displaystyle f:X\to \mathbb {R} ^{m}} definita su un insieme X {\displaystyle X} di R n {\displaystyle \mathbb {R} ^{n}} ha limite l {\displaystyle l} in un punto di accumulazione x 0 {\displaystyle x_{0}} per X {\displaystyle X} se per ogni numero reale ϵ > 0 {\displaystyle \epsilon >0} esiste un numero reale δ > 0 {\displaystyle \delta >0} tale che:

f ( x ) l < ϵ {\displaystyle \|f(x)-l\|<\epsilon } per ogni x {\displaystyle x} in X {\displaystyle X} con 0 < x x 0 < δ {\displaystyle 0<\|x-x_{0}\|<\delta } .

La definizione fa uso della norma per vettori in R n {\displaystyle \mathbb {R} ^{n}} e di una notazione vettoriale compatta per il punto x {\displaystyle x} . Se esiste il limite l {\displaystyle l} , questo è unico per il teorema di unicità del limite, e si indica ugualmente con:

l = lim x x 0 f ( x ) {\displaystyle l=\lim _{x\to x_{0}}f(x)}

In due variabili si possono ancora scrivere tutte le componenti senza creare una notazione troppo pesante e quindi si troverà scritto, per un limite in R 2 {\displaystyle \mathbb {R} ^{2}} :

l = lim ( x , y ) ( x 0 , y 0 ) f ( x , y ) {\displaystyle l=\lim _{(x,y)\to (x_{0},y_{0})}f(x,y)}

Componenti

Può risultare utile scrivere le componenti f 1 , f 2 , f m {\displaystyle f_{1},f_{2},\dots f_{m}} della funzione f {\displaystyle f} e notare che la nozione:

lim x x 0 f ( x ) = l {\displaystyle \lim _{x\to x_{0}}f(x)=l}

è equivalente a:

lim x x 0 f 1 ( x ) = l 1 {\displaystyle \lim _{\mathbf {x} \to \mathbf {x_{0}} }f_{1}(\mathbf {x} )=l_{1}}
{\displaystyle \vdots }
lim x x 0 f m ( x ) = l m {\displaystyle \lim _{\mathbf {x} \to \mathbf {x_{0}} }f_{m}(\mathbf {x} )=l_{m}}

dove l = ( l 1 , , l m ) {\displaystyle l=(l_{1},\ldots ,l_{m})} .

Esempio

Il limite seguente non esiste:

lim ( x , y ) ( 0 , 0 ) x x 2 + y 2 {\displaystyle \lim _{(x,y)\to (0,0)}{\frac {x}{\sqrt {x^{2}+y^{2}}}}}

Infatti si ottengono valori diversi del limite avvicinandosi al punto ( 0 , 0 ) {\displaystyle (0,0)} da direzioni diverse. Ponendo y = 0 {\displaystyle y=0} e calcolando il limite destro, si ottiene:

lim x 0 + x x 2 + 0 2 = 1 {\displaystyle \lim _{x\to 0^{+}}{\frac {x}{\sqrt {x^{2}+0^{2}}}}=1}

Mentre sulla retta x = 0 {\displaystyle x=0} si ricava:

lim y 0 0 0 2 + y 2 = 0 {\displaystyle \lim _{y\to 0}{\frac {0}{\sqrt {0^{2}+y^{2}}}}=0}

Nel caso in più variabili la "direzione", ovvero la curva lungo la quale si calcola un limite è di fondamentale importanza: se una funzione ha limite nel punto, questo non deve dipendere dalla "direzione scelta".

Calcolo

Per calcolare il limite di una funzione di due variabili z = f ( x , y ) {\displaystyle z=f(x,y)} in un punto ( x 0 , y 0 ) {\displaystyle (x_{0},y_{0})} , un primo metodo consiste nel fare un cambiamento di variabili in coordinate polari:

{ x = x 0 + ρ cos θ y = y 0 + ρ sin θ {\displaystyle {\begin{cases}x=x_{0}+\rho \cos \theta \\y=y_{0}+\rho \sin \theta \end{cases}}}

e si compone la funzione:

f ( x , y ) = F ( x 0 + ρ c o s θ , y 0 + ρ sin θ ) {\displaystyle f(x,y)=F(x_{0}+\rho cos\theta ,y_{0}+\rho \sin \theta )}

Inoltre vale il teorema:

lim ( x , y ) ( x 0 , y 0 ) f ( x , y ) = lim ρ 0 F ( x 0 + ρ cos θ , y 0 + ρ sin θ ) = L {\displaystyle \lim _{(x,y)\to (x_{0},y_{0})}f(x,y)=\lim _{\rho \to 0}F(x_{0}+\rho \cos \theta ,y_{0}+\rho \sin \theta )=L}

in modo però uniforme rispetto a θ {\displaystyle \theta } , cioè l'ampiezza dell'intervallo di ρ {\displaystyle \rho } tale che le immagini siano tutte contenute in un qualsiasi intorno dello 0 deve essere indipendente da θ {\displaystyle \theta } .

Un altro metodo invece è quello di calcolare il limite secondo le diverse curve passanti per ( x 0 , y 0 ) {\displaystyle (x_{0},y_{0})} , cioè, all'avvicinarsi a ( x 0 , y 0 ) {\displaystyle (x_{0},y_{0})} , secondo diverse direzioni:

{ x = x ( t ) y = y ( t ) {\displaystyle {\begin{cases}x=x(t)\\y=y(t)\end{cases}}}

componendo la funzione f ( x , y ) = F [ x ( t ) , y ( t ) ] {\displaystyle f(x,y)=F[x(t),y(t)]}

lim t t 0 F [ x ( t ) , y ( t ) ] = L {\displaystyle \lim _{t\to t_{0}}F[x(t),y(t)]=L}

dove ( x 0 , y 0 ) = ( x ( t 0 ) , y ( t 0 ) ) {\displaystyle (x_{0},y_{0})=(x(t_{0}),y(t_{0}))} .

In generale, con quest'ultimo metodo è estremamente difficile calcolare il limite, poiché si dovrebbe calcolarlo per tutte le infinite direzioni che avvicinano ( x 0 , y 0 ) {\displaystyle (x_{0},y_{0})} ; perciò il metodo è utile per negare l'esistenza di un ipotetico limite (come fatto nell'esempio precedente), usando il teorema delle restrizioni.

Bibliografia

  • David M. Burton, The history of mathematics: an introduction, 3ª ed., McGraw-Hill, 1997, pp. 558-559, ISBN 0-07-009465-9, OCLC 36468632. URL consultato il 20 giugno 2022.
  • (EN) Walter Felscher, Bolzano, Cauchy, Epsilon, Delta, in The American Mathematical Monthly, vol. 107, n. 9, 2000-11, pp. 844–862, DOI:10.1080/00029890.2000.12005282. URL consultato il 20 giugno 2022.
  • Judith V. Grabiner, Who Gave You the Epsilon? Cauchy and the Origins of Rigorous Calculus, in The American Mathematical Monthly, vol. 90, n. 3, 1983-03, pp. 185, DOI:10.2307/2975545. URL consultato il 20 giugno 2022.

Voci correlate

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